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Previdenza: l’IA la cambierà radicalmente, lo dice studio HSG

Keystone-SDA

L'intelligenza artificiale (IA) cambierà radicalmente l'approccio alla previdenza per la vecchiaia in Svizzera e potrebbe mettere in discussione i modelli tradizionali.

(Keystone-ATS) È quanto emerge da un nuovo studio condotto dall’Istituto di economia assicurativa dell’Università di San Gallo (IVW-HSG).

Secondo un sondaggio condotto fra 75 esperti del settore, la maggior parte vede il potenziale maggiore nell’automazione e nell’aumento dell’efficienza, nonché nella formazione finanziaria. Secondo la ricerca vi sarà una significativa riduzione dei costi e un accesso più semplice alla previdenza per ampie fasce della popolazione.

Anche la consulenza e la previdenza sanitaria sono valutate con un potenziale superiore alla media. Più cauta è invece la valutazione riguardo alla personalizzazione dei piani previdenziali, all’ottimizzazione delle strategie di investimento e alla prevenzione delle frodi.

Interessanti sono le differenze tra i gruppi intervistati: in media, gli uomini valutano il potenziale dell’IA in modo più positivo rispetto alle donne, mentre i professionisti più giovani (con meno di 35 anni) hanno un approccio più critico nei confronti di questa tecnologia rispetto ai rappresentanti più esperti del ramo.

“L’intelligenza artificiale cambierà la previdenza per la vecchiaia più rapidamente di qualsiasi regolamentazione”, afferma il professor Martin Eling, direttore dell’IVW-HSG, citato in un comunicato. “Chi ne sfrutta le opportunità può ridurre notevolmente i costi e garantire a milioni di persone un migliore accesso alla previdenza, chi la ignora rischia di rimanere indietro”.

Jörg Odermatt, promotore dello studio e presidente del consiglio di amministrazione della società di consulenza PensExpert, vede in quanto emerso un campanello d’allarme per la politica e gli operatori. “Abbiamo urgente bisogno di linee guida affinché l’IA non porti a nuove disuguaglianze. Allo stesso tempo, essa offre enormi opportunità per rendere le soluzioni previdenziali individuali più efficienti, trasparenti ed eque”, chiosa l’esperto, a sua volta citato nella nota.

L’analisi mostra peraltro che tre esperti su quattro prevedono che entro il 2030 l’IA integrerà in larga misura la consulenza umana. Circa due terzi ritengono inoltre che le piattaforme di apprendimento basate sull’IA saranno in futuro la fonte più importante di conoscenza finanziaria. Allo stesso tempo, i ricercatori mettono in guardia dai rischi quali la mancanza di trasparenza degli algoritmi, i problemi di protezione dei dati e le distorsioni sistemiche del mercato, ad esempio a causa di strategie di investimento uniformi basate sull’intelligenza artificiale.

Gli autori formulano tre raccomandazioni fondamentali: primo, creare un quadro normativo chiaro che garantisca la protezione dei dati, la trasparenza e gli standard etici; secondo, promuovere modelli di consulenza ibridi che combinino le competenze umane con il supporto dell’intelligenza artificiale; terzo, ampliare l’educazione finanziaria e la competenza digitale, affinché tutti i gruppi della popolazione possano trarre vantaggio dalle nuove tecnologie.

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