PMI svizzere temono incertezze geopolitiche, giù il barometro NZZ

Le piccole e medie imprese (PMI) svizzere guardano con apprensione al futuro.
(Keystone-ATS) Il relativo barometro calcolato annualmente dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ) e dalla scuola universitaria professionale zurighese Kalaidos è al momento a -6,3 punti, valore più basso da quando esiste l’indicatore, cioè dal 2021.
Il parametro è stato realizzato sulla base di un sondaggio condotto in aprile – hanno partecipato 519 persone, fra direttori, consiglieri di amministrazione e alti quadri aziendali – in vista dello Swiss Economic Forum (SEF): l’evento fondato nel 1998 e giunto alla 27esima edizione riunirà nei prossimi due giorni 1350 personalità dell’economia, della scienza, della politica e dei media.
Rispetto al 2024 il barometro è diminuito di 7,9 punti, riflettendo le tensioni internazionali derivanti dall’attuale politica economica degli Usa, spiegano gli estensori dell’indagine in un comunicato odierno. “La guerra dei dazi e le misure di politica economica del nuovo governo americano sono fonte di grande preoccupazione per le PMI elvetiche”, afferma Peter Fischer, capo-economista della NZZ, citato nella nota. “Le ditte si aspettano un aumento dei prezzi e condizioni più difficili negli affari con gli Usa, vedono inoltre ancora poche opportunità per proteggersi da tale evoluzione”.
In seguito alle mutate condizioni geopolitiche il 46% degli interrogati prevede che l’Europa diventerà sempre più importante come luogo di produzione. Intanto il 20% delle aziende orientate all’export dichiara di aver rinviato gli investimenti a causa della prevalente incertezza. La presidenza di Donald Trump e le vicissitudini internazionali stanno poi portando alla ribalta anche altri temi: l’88% degli intervistati è favorevole a un aumento degli investimenti militari in Europa e un analogo 88% ritiene necessarie ulteriori misure di sicurezza informatica a causa degli sviluppi in corso.
L’intelligenza artificiale (IA) rimane al primo posto tra le questioni ritenute più pressanti per le rispettive società: il 25% degli interpellati ha indicato l’AI come l’argomento che li interesserà particolarmente nei prossimi tre anni. Seguono la carenza di lavoratori qualificati (17%) e l’avanzamento della digitalizzazione (16%).