Più di 100 scienziati preoccupati per biodiversità in Svizzera
(Keystone-ATS) Più di 100 ricercatori esprimono preoccupazione sulla situazione della biodiversità in Svizzera. Per loro, misure “rapide e efficaci” sono necessarie per rafforzare la sua protezione. Il popolo dovrà esprimersi su un’iniziativa sul tema il prossimo 22 settembre.
Malgrado alcuni successi isolati, le misure prese finora dai differenti attori “non sono riuscite ad invertire la tendenza, che richiede comunque una reazione urgente”, si legge in una presa di posizione pubblicata oggi.
“Per proteggere la fonte della nostra vita, bisogna assicurare e promuovere costantemente la diversità delle specie e la qualità degli ambienti naturali”.
La situazione “continua a degradarsi”
Fra i 102 firmatari di questa presa di posizione figurano in particolare ricercatori delle università di Neuchâtel e di Berna, del Politecnico federale di Zurigo (ETH) nonché dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL). Questi scienziati specializzati nella biodiversità osservano “che le condizioni di vita di numerose specie e habitat continuano a degradarsi in Svizzera”.
“Più di un terzo delle specie e più della metà dei tipi di habitat sono minacciati”, sottolineano, aggiungendo che i principali fattori che incidono sulla biodiversità sono l’eccesso di nutrienti (fertilizzanti), i microinquinanti, il degrado e la frammentazione degli ambienti naturali e gli effetti del cambiamento climatico.
Interessati tutti gli ambienti naturali
I ricercatori chiedono un’azione rapida ed efficace: per invertire la tendenza sono necessarie più aree protette di qualità e a lungo termine, meno emissioni inquinanti e misure più incisive per combattere il riscaldamento globale.
“È necessario intervenire in tutti gli ambienti naturali, siano essi acquatici, boschivi, coltivati o abitati. Le misure devono essere attuate in tutti i settori della società, dell’economia e della politica”, conclude la presa di posizione.