Petroliera in fiamme nello Yemen, rischio disastro ambientale
(Keystone-ATS) Una petroliera che trasporta più di un milione di barili di greggio, attaccata dai ribelli Houthi e abbandonata al largo delle coste dello Yemen, potrebbe causare una “catastrofe ambientale” nel Mar Rosso se si rompesse o esplodesse.
È l’allarme lanciato dagli esperti. La Sounion, battente bandiera greca e colpita da missili il mese scorso, è ancora in fiamme, aumentando il rischio di una fuoriuscita di petrolio quattro volte più grande di quella causata dalla Exxon Valdez al largo dell’Alaska nel 1989.
“Una fuoriuscita di petrolio di questa portata potrebbe essere virtualmente impossibile da contenere, contaminando vasti tratti di mare e di costa”, avverte Julien Jreissati, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa di Greenpeace. “L’impatto a lungo termine sulla biodiversità marina potrebbe essere devastante, poiché i residui di petrolio potrebbero persistere nell’ambiente per anni o addirittura decenni”, ha aggiunto.
Gli Houthi, che controllano ampie zone dello Yemen, da mesi prendono di mira navi che ritengono legate a Israele, Usa o Regno Unito, sostenendo di agire in solidarietà con i palestinesi della Striscia di Gaza, nel contesto della guerra tra Israele e Hamas. La Sounion, che trasporta 150’000 tonnellate di greggio, ha preso fuoco e ha perso la sua forza motrice dopo essere stata attaccata il 21 agosto scorso.
I 25 membri dell’equipaggio sono stati evacuati il giorno successivo da una fregata francese della missione europea Aspides dispiegata nella zona. Pochi giorni dopo, i ribelli hanno dichiarato di aver fatto esplodere delle cariche sul ponte della nave, innescando nuovi incendi. La nave è ancorata a ovest della città portuale di Hodeida.