Paradosso BNS: fa quanto atteso ma crea ugualmente la sorpresa
(Keystone-ATS) La Banca nazionale svizzera (BNS) fa quello che ci si aspettava, ma riesce una volta ancora a sorprendere i mercati: ha tagliato i tassi nella misura attesa, ma ha anche rilasciato una dichiarazione insolitamente chiara sui suoi passi futuri.
L’istituto ha ridotto il tasso guida di 0,25 punti percentuali, portandolo all’1,00%. La mossa era ampiamente attesa dagli specialisti, anche se di recente erano circolate voci che suggerivano la possibilità di un intervento più marcato, di 0,5 punti, sulla falsariga di quanto fatto la settimana scorsa dalla Federal Reserve statunitense.
La BNS insiste così nella sua politica di allentamento monetario: è già il terzo taglio quest’anno. In marzo la BNS era stata la prima tra le principali banche centrali a decidere un’inversione di tendenza sui tassi di interesse
Il presidente della direzione uscente, Thomas Jordan, ha giustificato la mossa odierna con l’allentamento della spinta dei prezzi. “La pressione inflazionistica in Svizzera è nuovamente diminuita in modo significativo rispetto al trimestre precedente”, ha dichiarato durante la conferenza stampa.
Il successore di Jordan, Martin Schlegel, ha aggiunto in un’intervista all’Awp che il recente rafforzamento del franco ha contribuito in modo significativo al calo del rincaro. La BNS si dice anche pronta a intervenire sul mercato dei cambi se necessario. Secondo Jordan di recente il franco ha guadagnato infatti “sensibilmente” valore.
Sono però state soprattutto le dichiarazioni sul futuro percorso dei tassi di interesse a sorprendere gli operatori. Secondo il comunicato stampa, la BNS osserverà attentamente l’ulteriore andamento dell’inflazione nelle prossime settimane e mesi e, se necessario, abbasserà nuovamente i tassi d’interesse: Jordan lo ha ribadito più volte durante la conferenza stampa. Parole così chiare sulle future intenzioni di politica monetaria, note come “forward guidance”, sono note soprattutto in relazione alla Federal Reserve statunitense e sono del tutto inusuali per la BNS.
Questo punto è quindi stato giocoforza sottolineato da numerosi economisti, che non hanno mancato di esprime sorpresa: c’è chi addirittura ha parlato di una specie di bomba, viste le parole “insolitamente chiare”. La BNS mostra quindi chiaramente che intende contrastare un ulteriore calo dell’inflazione, che in agosto si è attestata all’1,1%, quasi esattamente a metà della fascia che la banca considera di stabilità dei prezzi, vale a dire fra lo 0% e il 2%.
Questo anche perché l’istituto ha corretto decisamente al ribasso le sue previsioni per il rincaro: i prezzi dovrebbero salire dell’1,2% quest’anno, dello 0,6% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026. Le stime pubblicate oggi nell’ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria sono più basse di quelle avanzate tre mesi or sono, che vedevano il rincaro rispettivamente a 1,3% (2024), 1,1% (2025) e 1,0% (2026). Invariati sono invece i pronostici riguardo alla crescita economica: il prodotto interno lordo (Pil) dovrebbe salire di circa l’1% quest’anno e di circa l’1,5% l’anno prossimo.