Panico fra i democratici, riunione d’emergenza su Biden
(Keystone-ATS) “Siamo spacciati”. Nel Partito democratico aumenta il panico sulla candidatura di Joe Biden: il timore diffuso è che la situazione possa precipitare in un caos senza precedenti con la riapertura del Congresso.
Per cercare di serrare le fila e decidere la strategia da portare avanti, il leader dei democratici alla Camera Hakeem Jeffries ha convocato una riunione di emergenza dei leader del partito, molti dei quali sperano che il presidente decida di ritirarsi entro venerdì prossimo.
Anche se solo cinque deputati hanno chiesto pubblicamente il ritiro del presidente dalla corsa alla Casa Bianca, il rischio è che il numero cresca con il passare dei giorni. Il New York Times riferisce di aver parlato con una cinquantina di membri del Congresso che chiedono il passo indietro di Biden mentre il Washington Post, citando un consigliere di alcuni grandi finanziatori, riporta che “per ogni 10 persone che vogliono che esca, ce n’è una che vorrebbe che restasse”.
“La nostra missione è riconquistare la Casa Bianca. Di fatto dobbiamo avere una discussione in famiglia”, ha detto uno dei democratici invitato a partecipare all’incontro virtuale. “Siamo spacciati” con Biden, ha confessato un altro riferendo della preoccupazione di perdere non solo la Casa Bianca ma anche il Congresso.
In Senato, quello che Biden considera come casa per gli anni che vi ha trascorso, il presidente della potente commissione di intelligence Mark Warner sta cercando di riunire un gruppo di senatori per chiedere al leader di ritirarsi. “Non so nulla”, ha detto in merito il senatore Chris Murphy ai microfoni di Cnn. “Il presidente deve fare di più. Questa settimana sarà quella decisiva”, ha aggiunto. Cauto sulle prospettive di Biden anche il deputato della California Adam Schiff, convinto che la vicepresidente Kamala Harris possa vincere in modo schiacciante contro Trump.
“Votiamo per Harris in ogni caso, anche se Biden resta in corsa, perché è chiaro che non potrà governare per altri quattro anni. Perché allora non possiamo votare direttamente per lei e darle una chance di affermarsi?”, ha chiesto l’ex consigliere di Obama e commentatore di Cnn Van Jones. Il senatore Bernie Sanders invece ha difeso il presidente, consigliandogli di cambiare strategia e concentrarsi sulle politiche, non sull’età. Per il repubblicano Lindsey Graham, uno dei maggiori alleati di Trump, Biden alla fine sarà sostituito.
L’attenzione è alta sulle prossime mosse dell’ex speaker della Camera Nancy Pelosi, l’unica ritenuta avere la statura politica per una discussione franca con il presidente su una sua possibile uscita. Molti guardano anche a Jill Biden, la First Lady e prima consigliera del presidente nelle scelte più importanti. Mentre la Russia osserva da lontano gli sviluppi e sogghigna parlando, per bocca del ministro degli Esteri Lavrov, di “spettacolo pietoso”.
Mentre il partito discute il suo futuro, Biden è in Pennsylvania, uno degli Stati chiave in vista di novembre. Biden lo ha vinto nel 2020 ma, al momento, i sondaggi lo indicano 4,5 punti percentuali dietro a Trump. A Philadelphia si è fermato in una chiesa afroamericana: il presidente ha citato versetti della Bibbia, ironizzato sulla sua età – “sembro un quarantenne” – ed esortato a “restare uniti”. L’accoglienza che ha ricevuto è stata calorosa, con i presenti che gli hanno gridato “altri quattro anni”. La tappa successiva è stata Harrisburg, poi il rientro a Washington, dove ad attendere Biden è una settimana decisiva fra il vertice della Nato e il pressing per il ritiro: il tempo per un passo indietro stringe.