Otto morti e 2’750 feriti dopo esplosioni in Libano e a Damasco
(Keystone-ATS) Oggi a mezzogiorno sono esplosi contemporaneamente a Beirut, nel sud del Libano e a Damasco, in Siria, i cercapersone di miliziani Hezbollah. Il ministro della Sanità libanese ha annunciato che ci sono almeno 8 morti e oltre 2’750 feriti.
Secondo alcune fonti le esplosioni sarebbero state causate da un attacco alle reti di comunicazione interne di Hezbollah, che riferisce che tra i deceduti c’è anche una bambnina di nove anni, oltre diversi “combattenti” di Hezbollah, uno dei quali sarebbe il figlio di un deputato del gruppo.
Stando a quanto riferiscono i media libanesi, che citano fonti sanitarie nelle varie regioni del paese colpite, i feriti sono centinaia. In Libano le esplosioni sono avvenute nella periferia sud di Beirut, roccaforte del partito libanese; la valle della Bekaa, retrovia del movimento armato; e il sud del Paese, impegnato da un anno nella guerra di logoramento con Israele.
Un funzionario di Hezbollah, citato da Haaretz, ha affermato che l’esplosione oggi dei cercapersone è stata “la più grande violazione della sicurezza” a cui il gruppo abbia mai assistito in 12 mesi di conflitto.
Stando a Haartez, anche l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani è rimasto ferito in una delle esplosioni dei cercapersone.