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Ortica: quel piccolo quartiere di Milano dove la storia è scritta sui muri

Un piccolo quartiere di Milano, l'Ortica, è stato trasformato in un vero e proprio museo all'aperto dove la storia è dipinta sui muri.

Il primo è stato dipinto sette anni fa sul cavalcavia di accesso al quartiere. Un murales composto dalle parole della libertà – coinvolgimento, coraggio, lealtà, condivisione, solidarietà, cittadinanza, empatia – con al centro la scritta grande “Bella Ciao Ortica”. Poi ne sono venuti altri: il murales dedicato allo sport, quello al lavoro e al movimento dei lavoratori, quello agli orti dell’Ortica, ai migranti, alla legalità, alla musica popolare, al rap, al Duomo e alla Madonnina e ai partigiani. Fino all’ultimo, quello dedicato alla scienza, realizzato proprio di fronte al giardino condiviso del quartiere, il più grande di questo tipo di tutta la Lombardia.

Il progetto che ha trasformato questo borgo cresciuto attorno al piccolo Santuario della Madonna del Rosario che conserva affreschi del ‘600, nel primo quartiere dove la storia è scritta sui muri, si chiama ORME – Ortica Memorie.

Da quartiere rurale a quartiere operaio

“L’idea nacque alcuni anni fa quasi per caso in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo: insieme ad alcune associazioni che hanno sede all’Ortica abbiamo deciso di realizzare un murales grazie anche alla presenza nel quartiere di un artista di fama internazionale, Walter Contipelli detto Wally e del suo collettivo Ortica Noodles che li realizza con la tecnica rinascimentale dello spolvero. Dopo quell’esperienza, che ha coinvolto anche gli alunni delle scuole, si è passati dall’abbellire l’Ortica a trasformarla in un museo del ‘900 a cielo aperto”, racconta a tvsvizzera.it Giovanni Lanzetti, presidente fino a poco tempo fa della Cooperativa Edificatrice Ortica, una delle più antiche di Milano.

Che, in questa avventura, è stato aiutato dalla moglie Piera Fossati, cittadina svizzera nata a Melide, ma da sempre a Milano,  insegnante di accoglienza turistica. “Il quartiere dell’Ortica, infatti, stretto tra diverse linee ferroviarie che ne hanno delimitato il territorio, è uno dei più piccoli di Milano e fino al 1923 faceva parte del comune di Lambrate poi inglobato nella grande metropoli. Volevamo ritrovare la storia di questo quartiere e recuperare le sue caratteristiche storiche e toponomastiche. L’Ortica, da quartiere rurale – il suo nome deriva proprio dai grandi orti che c’erano attorno – dalla fine della Prima Guerra Mondiale si è trasformato in un quartiere operaio grazie alla presenza di importanti fabbriche come la Innocenti, la Richard Ginori, la Faema e la Fabbrica milanese conduttori”.

Meta turistica

Grazie a questo progetto patrocinato anche dal Comune di Milano, il quartiere è diventato meta di pellegrinaggi turistici. Lo scorso sabato si contavano 10 gruppi venuti appositamente anche da fuori città – perfino uno dal Ticino – tutti rigorosamente con cuffiette per ascoltare la spiegazione della guida turistica. Ma i muri da pitturare nel quartiere sono ancora tanti compresi quelli dei privati che, ora, dopo lo scetticismo iniziale, fanno a gara a offrire i propri spazi all’arte dato che gli immobili si stanno rivalutando.

“L’idea iniziale era realizzare 20 murales ma ora che li abbiamo fatti ci siamo accorti che mancano pezzi di storia come quella dei trasporti, della moda, dei diritti e per questo ne faremo ancora una decina. Vogliamo diventare un borgo a vocazione artistica e turistica con respiro internazionale assieme alle altre associazioni del quartiere facendo rete con le realtà già presenti” aggiunge Lanzetti che annuncia che nella sede della cooperativa verrà realizzato un vero e proprio museo con riproduzioni in scala di tutti i murales, un bar, un ristorante.

Ma l’idea va oltre il quartiere con “ORME sulla città”, un altro progetto che, partendo dall’attualità come la celebrazione delle Olimpiadi invernali del 2026, mira a realizzare murales della memoria legati allo sport e ai suoi protagonisti nascosti come la squadra di calcio femminile delle Giovinette, a cui durante il fascismo fu impedito di giocare.

Intanto anche il volto della spoglia piazzetta del Santuario sta cambiando grazie ad un investimento milionario del Comune di Milano che ha incluso l’Ortica in un altro importante progetto di costruzione di vie ciclopedonali.


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