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Orologi svizzeri sempre più in difficoltà, prosegue crollo in Usa

Keystone-SDA

Le vendite di orologi svizzeri all'estero hanno subito un ulteriore calo su base annua anche in novembre, con una flessione che si è ulteriormente accelerata sulla scia dei dati molto negativi del mercato americano.

(Keystone-ATS) Stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell’industria orologiera (FH), nell’undicesimo mese del 2025 le esportazioni si sono attestate a 2,2 miliardi di franchi, in diminuzione del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. In ottobre la flessione era stata del 4,4%.

In termini di numero i segnatempo smerciati hanno presentato una contrazione ancora più marcata, pari al 10,9% (a 1,3 milioni). Sull’arco dei primi undici mesi il bilancio rimane debole: l’export orologiero elvetico è infatti sceso (su base annua) del 2,2% in valore, attestandosi a 23,4 miliardi.

A livello di singoli mercati e tornando a focalizzare l’attenzione su novembre spicca il nuovo tonfo degli Usa (-52,3% a 201 milioni di franchi), che rimangono comunque il principale sbocco del made in Switzerland; seguono Regno Unito (+7,9% a 183 milioni), Hong Kong (+7,9% a 176 milioni), Giappone (+7,3% a 165 milioni), Singapore (+7,0% a 157 milioni) e Cina continentale (+6,5% a 147 milioni). Insieme questi sei mercati rappresentano quasi il 46% delle vendite oltre frontiera.

Con accenti diversi si presenta l’andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato una diminuzione del 19,9% in termini di valore, la gamma 200-500 una progressione del 6,8%, il comparto 500-3000 segna -5,0%, mentre per la fascia oltre 3000 franchi si osserva un -7,9%.

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