Orologi: esportazioni in forte calo, flessione non solo in Usa

Le vendite di orologi svizzeri all'estero hanno subito un netto calo in maggio, dopo la forte accelerazione di aprile, quando era stato registrato un boom di consegne verso gli Stati Uniti per anticipare l'introduzione dei dazi.
(Keystone-ATS) Stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell’industria orologiera (FH), nel quinto mese del 2025 le esportazioni si sono attestate a 2,1 miliardi di franchi, in flessione del 9,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. In termini di numero i segnatempo smerciati hanno presentato una contrazione – nell’ottica dei produttori – ancora più dolorosa, pari al 13,4% (a 1,2 milioni). Sull’arco dei primi cinque mesi il bilancio rimane però positivo: l’export orologiero elvetico è infatti salito (su base annua) dell’1,1% in valore, raggiungendo 10,8 miliardi.
A livello di singoli mercati e tornando a focalizzare l’attenzione su maggio dominano ancora, malgrado la forte contrazione, gli Stati Uniti (-25,3% a 268 milioni di franchi), il principale sbocco del made in Switzerland. Al secondo posto figura la Cina continentale (-17,4% a 166 milioni), seguono Giappone (-10,5% a 159 milioni), Hong Kong (-12,6% a 157 milioni), Singapore (-3,4% a 137 milioni) e Regno Unito (-14,5% a 130 milioni). Insieme questi sei mercati rappresentano il 49% delle vendite oltre frontiera.
In modo non perfettamente uniforme si presenta l’andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato una contrazione del 9,8% in termini di valore, la gamma 200-500 una flessione del 14,2%, il comparto 500-3000 segna +0,2%, mentre per la fascia oltre 3000 franchi si osserva un -11,4%.