Oro forse non tassato, commercianti sul chi vive

Alla fine, i tanti temuti dazi sulle esportazioni di oro negli Stati Uniti potrebbero non entrare mai in vigore. Dopo il panico generato ieri da notizie in tal senso, la Casa Bianca prevede di pubblicare nel prossimo futuro un decreto per fare chiarezza al riguardo.
(Keystone-ATS) L’annuncio di un futuro decreto chiarificatore, reso noto ieri dall’agenzia AFP, fa seguito a un’informazione delle dogane americane che aveva suscitato un’ondata di panico tra gli specialisti e sui mercati.
Un documento doganale datato 31 luglio, ma reso pubblico ieri, indicava che i lingotti d’oro da un chilo e quelli da 100 once sarebbero stati classificati come soggetti a dazi doganali. In realtà si tratterebbe di una “notizia falsa”, ha precisato in seguito l’agenzia Bloomberg, basandosi su una dichiarazione di un funzionario statunitense che ha chiesto l’anonimato.
La Casa Bianca prevede di emettere a breve un ordine esecutivo per fare chiarezza. Nel frattempo, i timori di una tassazione sull’oro hanno fatto salire il prezzo del metallo giallo che ieri ha toccato un nuovo record a 3534,10 dollari l’oncia (31,1 grammi), prima di scendere a 3461,40 dollari dopo la precisazione.
Per la Svizzera, e in particolare il Canton Ticino, centro nevralgico della raffinazione dell’oro, una tassazione su questo metallo rappresenterebbe un nuovo duro colpo, proprio nel momento in la Confederazione si è vista infliggere una – pesantissima – sovrattassa del 39% sui suoi prodotti in entrata negli Stati Uniti.
Finora gli investitori hanno sempre dato per scontato che l’oro fosse esente, così come i prodotti farmaceutici, che invece sono minacciati da una sovrattassa separata.
Sempre ieri, i produttori e commercianti svizzeri di metalli avevano espresso preoccupazione per una possibile tassazione. Una simile eventualità renderebbe l’esportazione di oro negli Stati Uniti economicamente non sostenibile.