Operatori culturali: grandi divari salariali
(Keystone-ATS) Nel 2023 fra gli operatori culturali in Svizzera erano molto diffuse le condizioni di lavoro atipiche, con il 14% che aveva più impieghi e oltre un quarto che lavorava come indipendente.
Il tutto porta importanti divari salariali, anche fra i sessi, si legge in un comunicato odierno dell’Ufficio federale di statistica (UST).
L’anno scorso il reddito mediano nel settore era di 69’600 franchi, mentre per i lavoratori a tempo parziale la cifra scendeva a 45’700 franchi. Notevole il divario fra i sessi, con le operatrici a tempo pieno che guadagnavano 78’000 franchi, contro i 98’000 franchi dei colleghi maschi. Una differenza paragonabile a quella registrata nell’economia nel suo complesso.
Questi valori sono influenzati dal grado di occupazione: le donne del settore culturale lavoravano a tempo parziale (65%) molto più spesso degli uomini (36%). Tuttavia, anche quando lavoravano a tempo pieno, le operatrici guadagnavano nettamente meno.
Differenze si sono riscontrate anche in base alla nazionalità, con gli svizzeri che guadagnavano una mediana di 92’400 franchi per un impiego a tempo pieno e quelli stranieri che ne percepivano 84’000.
In totale, i lavoratori del settore erano 285’000, pari al 5,6% della popolazione attiva. Il 50% aveva un impiego a tempo parziale. Secondo i dati forniti dall’UST gli operatori culturali risultano più istruiti della media: il 59% di loro ha un titolo di livello terziario contro il 44% della popolazione attiva totale.