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Onu: emergenza sfollamenti, nel 2024 122 mio persone in cammino

Keystone-SDA

"Il mondo sta affrontando spostamenti di popolazioni senza precedenti", ha avvertito il presidente del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, Bob Rae, sottolineando che nel 2024, 122 milioni di persone sono state costrette a spostarsi.

(Keystone-ATS) Una cifra destinata ad aumentare nei prossimi anni a causa di guerre, che colpiscono in modo sproporzionato i civili, di disastri climatici, della fame e della povertà, ha detto Rae.

Nel corso di una riunione a New York su questo tema è stato evidenziato come il 70% dei rifugiati viva in paesi a basso e medio reddito. Invece di affrontare le cause profonde di queste crisi, i paesi del nord del mondo si sono concentrati sulla gestione delle frontiere e sul controllo dei flussi di rifugiati, “spesso a scapito dei diritti delle persone in movimento”, ha dichiarato Filippo Grandi, capo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

Secondo l’Onu, di fronte anche ai tagli agli aiuti umanitari, è necessario modificare l’approccio nei confronti dei migranti e dei rifugiati e concentrare l’attenzione su una migliore integrazione dei rifugiati nelle comunità ospitanti.

“L’inclusione dei rifugiati – spiega Grandi – significa libertà di movimento, accesso ai servizi di base quali assistenza sanitaria, istruzione, opportunità di lavoro e documenti validi che consentano loro di lavorare e contribuire” al paese che li accoglie.

Due esempi fra tutti: Colombia e Mauritania. Entrambi i paesi ospitano migliaia di rifugiati e sottolineano l’impatto positivo che questi rifugiati hanno sulla loro economia.

Nel 2021 la Colombia ha adottato un programma di protezione temporanea per i rifugiati venezuelani. Oggi, 2,5 milioni di venezuelani in Colombia possiedono documenti validi, che danno loro accesso ai servizi pubblici, all’impiego legale e all’istruzione.

Da oltre dieci anni la Mauritania ospita un gran numero di rifugiati, provenienti per la maggior parte dal vicino Mali. Impegnata a rispettare i diritti umani dei rifugiati e delle comunità ospitanti, la Mauritania riconosce i rifugiati come cittadini e garantisce loro il diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al lavoro e alla tutela giuridica.

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