ONU: Cassis posiziona la Svizzera come mediatrice
(Keystone-ATS) Il consigliere federale Ignazio Cassis presenta la Svizzera come mediatrice alla 79esima Assemblea generale dell’ONU. Il conflitto in Ucraina, la situazione in Medio Oriente e la guerra civile in Sudan caratterizzano la visita del ministro degli esteri a New York.
La Svizzera si impegna in primo luogo a garantire il rispetto del diritto internazionale e a far sì che gli aiuti umanitari arrivino dove sono necessari. “La Svizzera deve riflettere su dove può essere utile, e come mediatrice lo è”, ha detto oggi Cassis in un incontro con la stampa.
All’ONU il ministro degli esteri s’impegna quindi anche a favore di un dialogo con la Russia, a differenza della maggior parte dei paesi occidentali. “Se vogliamo essere costruttori di ponti, dobbiamo pure avere il coraggio di parlare con entrambe le parti, indipendentemente dalla nostra condanna di ciò che l’aggressore ha fatto e dalla nostra simpatia per le vittime. Queste emozioni non servono a nulla se non riusciamo a far incontrare le due parti e a trovare insieme una soluzione”, ha dichiarato Cassis.
Il ticinese ha affermato di ricevere molti riscontri positivi per la conferenza di pace sull’Ucraina che la Svizzera ha tenuto quest’estate sul Bürgenstock (NW) ospitando quasi 100 paesi e organizzazioni. “Non siamo giunti a un accordo di pace, ma cose del genere richiedono tempo. In questo primo passo è stato importante concentrarsi su chi assume quale posizione e su come il viaggio verso la pace possa continuare.”
Tuttavia, Cassis considera piuttosto scarse le prospettive di pace a breve termine. “L’elemento militare del conflitto è più attivo al momento di quanto non lo sia stato per molto tempo. Attualmente non c’è certo la sensazione che ci siano le condizioni per l’avvio di un dialogo diplomatico”, ha ammesso il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Questi ha però pure sottolineato che al momento l’Ucraina sta combattendo anche in territorio russo. Ciò potrebbe anche essere interpretato come una creazione di capitale politico per l’avvio di negoziati. “Ci sono molte domande senza risposta. Ma ciò che è certo è che ci stiamo continuamente preparando per una seconda conferenza di pace”, ha affermato Cassis.
Cambiando conflitto, per quanto riguarda la risoluzione dell’ONU della settimana scorsa che chiede alla Svizzera, in quanto Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, di organizzare entro sei mesi una conferenza sul rispetto del diritto internazionale umanitario in Medio Oriente, il ministro degli esteri ha dichiarato che “organizzeremo questa conferenza, che affronterà la questione di come creare il rispetto del diritto internazionale e l’accesso umanitario nei Territori palestinesi occupati”.
In preparazione della conferenza ci saranno contatti bilaterali, che egli avvierà personalmente sia con Israele che con i paesi arabi, al fine di armonizzare le aspettative e la natura della discussione.
Israele ha firmato le convenzioni e deve rispettarle come tutti gli Stati arabi, ha ricordato Cassis. “Incontrarsi e dire: ‘sì, l’abbiamo firmata, perché non la rispettiamo più?’ apre una discussione difficile e dolorosa, ma importante. La Svizzera lo deve al mondo in quanto Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra.”
Al termine della sua visita a New York, il ticinese partecipa a un incontro sulla situazione in Sudan. La Svizzera fa parte di un gruppo di lavoro che mira a portare la pace nel paese africano devastato dalla guerra civile.