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Nuovo schiaffo di Pechino, i Boeing rispediti negli USA

Keystone-SDA

Le compagnie aeree cinesi iniziano a rispedire negli Stati Uniti gli aerei della Boeing: almeno due 737 Max finora, di cui uno arrivato sabato all'hub di Seattle del gruppo americano.

(Keystone-ATS) L’ultimo schiaffo di Pechino contro i dazi al 145% del presidente Donald Trump ha preso forma una settimana dopo le indiscrezioni sull’ordine della leadership mandarina di rifiutare, salvo esplicita autorizzazione, le consegne dei jet simbolo della tecnologia aerea americana. Tutti in preparazione al centro Boeing cinese di Zhoushan.

Sviluppi che si aggiungono a scenari già difficili, col dollaro che cala ai minimi da tre anni tra i dazi e lo scontro tra il tycoon e il presidente della Fed Jerome Powell, mentre Wall Street accusa perdite intorno al 3%.

L’aereo ritornato a Seattle, dipinto con la livrea di Xiamen Air, da un lato segnala il rapido deterioramento dei legami tra Pechino e Washington, ma dall’altro può essere l’inizio delle fortune di Air India e altri vettori asiatici, interessati a trarre vantaggio dallo scontro sino-americano e comprare i velivoli rifiutati dalla Cina, ha riferito Bloomberg citando fonti vicine al dossier. Per altro verso, gli analisti hanno anche osservato che un blocco cinese degli acquisti dalla Boeing, se prolungato, rischia di diventare un boomerang per le ambizioni di Comac, il campione mandarino dell’aviazione commerciale.

Per anni, il gruppo di Seattle è stato il principale esportatore industriale USA in Cina: nel 2024, gli Stati Uniti hanno spedito verso il Dragone quasi 12 miliardi di dollari in aerei, veicoli spaziali e componenti. Il governo cinese ha investito decine di miliardi di dollari in Comac per sviluppare i modelli nazionali e sfidare gli aerei di Boeing e Airbus. E Trump ha il potere per impedire alle aziende USA di aiutare Comac: nel 2020, durante la prima guerra commerciale contro Pechino, il tycoon prese in considerazione l’idea di farlo. E, in base alle valutazioni sulla sicurezza nazionale, potrebbe tornare a valutare l’idea. In altri termini, spingendo gli aerei nella guerra commerciale, Pechino rischia di esporre una vulnerabilità: il modello C919 di Comac è idoneo al volo grazie alla tecnologia fornita da aziende a stelle e strisce tra cui GE Aerospace, Honeywell e RTX.

Lo stesso presidente Xi Jinping, nel suo tour nel sudest asiatico della scorsa settimana in Vietnam, Malesia e Cambogia, ha usato negli spostamenti un Boeing 747-8, parte della flotta di Air China al servizio dei voli di Stato.

Intanto il ministero del Commercio cinese ha minacciato l’adozione di misure di ritorsione contro tutti quei Paesi che decideranno di collaborare con gli Stati Uniti in modalità che possano compromettere gli interessi di Pechino: il riferimento è agli sforzi dell’amministrazione Trump di usare i negoziati sui dazi per fare pressione sui partner americani affinché limitino i loro rapporti con il Dragone.

Mentre il colosso delle consegne Dhl, del gruppo Deutsche Post, ha segnalato un altro effetto della guerra dei dazi: lo stop temporaneo alle spedizioni di pacchi di valore oltre gli 800 dollari ai consumatori negli Stati Uniti a partire da lunedì, adducendo ritardi doganali. Il tutto a causa della mossa del tycoon di tagliare il 5 aprile il valore minimo per il quale i pacchi inviati ai privati devono essere sottoposti a controllo doganale, da 2’500 a 800 dollari, sufficiente ad alimentare il caos.

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