Nuova sentenza per fratelli Menendez per omicidio genitori
(Keystone-ATS) È da rivedere la sentenza che ha condannato all’ergastolo Lyle e Erik Menéndez per l’omicidio premeditato dei genitori nel 1989.
La procura di Los Angeles ha considerato attendibili nuove prove sugli abusi sessuali che i fratelli, di 21 e 18 anni all’epoca dell’omicidio, avrebbero subito fin da piccoli da parte del padre con la copertura della madre, e che li avrebbero spinti ad agire. Una svolta che apre la strada alla loro libertà condizionale. Il caso aveva scosso l’opinione pubblica trent’anni fa ed è tornato alla ribalta con una serie uscita su Netflix a settembre.
ll procuratore della contea di Los Angeles, George Gascón, considera che, “alla luce delle molestie subite”, i due non dovevano essere giudicati per omicidio premeditato, ma per omicidio di secondo grado, che prevede una pena di 50 anni. “Considerata la giovane età all’epoca della condanna e che hanno già scontato 35 anni, potrebbero già chiedere la condizionale e uscire”, ha detto il magistrato in un’affollata conferenza stampa. In prima fila c’erano zii e cugini dei Menéndez che lottano per la loro libertà.
L’ultima parola spetta ora al giudice, che ha fissato l’udienza per il 26 novembre. Lyle e EriK avevano 21 e 18 anni quando uccisero a fucilate José e Kitty Menéndez, nel cuore di uno dei quartieri più ricchi e sicuri di Los Angeles. Furono arrestati l’anno dopo. Nel corso del processo – uno dei primi ad essere trasmesso in televisione – i Menéndez non negarono di aver ammazzato i genitori, ma sostennero di aver agito per paura che il padre e la madre li uccidessero, dopo aver loro inflitto una vita di abusi fisici, sessuali e psicologici. La giuria non fu in grado di raggiungere un verdetto unanime e il procedimento fu annullato. Nel secondo processo, celebrato nel 1996 a porte chiuse, molte delle prove sulle violenze furono escluse.
L’anno scorso, gli avvocati della difesa hanno chiesto la revisione del processo, presentando alla corte la dichiarazione giurata dell’ex membro della boy band portoricana Menudo, Roy Rosselló, secondo cui José Menéndez (dirigente dell’etichetta musicale Rca) lo avrebbe violentato negli anni ’80, e una lettera del dicembre 1988 che Erik scrisse ad un cugino alludendo alle violenze del padre.
L’efferato omicidio di Elm Drive e i processi a carico dei due ricchi rampolli attirarono molta attenzione negli anni in cui la città veniva scossa dalle rivolte razziali e dal caso altrettanto mediatico contro OJ Simpson. A riaccendere l’interesse, la serie prodotta da Ryan Murphy su Netflix.