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Norvegia: governo in crisi su direttive energia UE

Keystone-SDA

Il partito di Centro, forza politica euroscettica e pro agricoltori, ha ritirato il suo sostegno al governo del laburista Jonas Gahr Store in Norvegia in disaccordo con l'adozione di tre direttive dell'Unione europea sull'energia.

(Keystone-ATS) Ciò proprio mentre a Oslo si è riacceso, in seguito alle minacce del neo presidente americano Donald Trump di nuove tariffe e sulla Groenlandia, un dibattito sulla possibile adesione all’UE.

“Non dobbiamo cedere altro potere all’UE”, ha dichiarato Trygve Slagsvold Vedum, leader del partito del Centro e ministro delle finanze. Le elezioni sono fissate per il prossimo 8 settembre e Store potrebbe andare avanti fino a quella data con un governo di minoranza.

La Norvegia, che teme che la “fame” per l’Artico possa mettere in crisi anche il suo controllo sulle Svalbard, fa comunque parte dellao Spazio economico europeo (SEE) e per questo adotta la maggior parte delle direttive del blocco.

Le tre norme che hanno provocato il partito di Centro sono quelle del pacchetto sull’energia pulita, che riguardano energie rinnovabili, efficienza energetica ed efficienza energetica degli edifici. Mentre il premier ha escluso di aderire agli altri cinque capitoli del pacchetto sull’energia pulita dell’UE che Bruxelles chiede di adottare entro maggio.

Nell’UE non si nasconde il malumore per la mancanza di cooperazione della Norvegia, da cui si acquista gas, da cui continua ad arrivare la minaccia allo stop alle esportazioni di energia elettrica con gli interconnettori alla Danimarca e alla Germania.

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