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Netanyahu pronto all’affondo a Gaza, caccia a Sinwar

Keystone-SDA

Benjamin Netanyahu tira dritto e annuncia l'affondo su Gaza.

(Keystone-ATS) “Nei prossimi giorni entreremo con tutte le nostre forze per completare l’operazione e sconfiggere Hamas”, ha detto il premier israeliano in un discorso tenuto lunedì davanti a riservisti, ma reso noto il giorno dopo dal suo ufficio.

E mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avviato in Arabia Saudita la sua prima missione in Medio Oriente – senza passare per Israele -, il primo ministro si è mostrato determinato a continuare la guerra: “Non ci sarà alcuna situazione in cui la fermeremo – ha assicurato -.

Un cessate il fuoco temporaneo potrebbe verificarsi, ma andremo fino in fondo”. L’obiettivo è sempre quello di eliminare la fazione islamica al potere nella Striscia a cominciare dalla nuova leadership, dopo aver decapitato la precedente: un raid delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha lanciato in serata un attacco sull’Ospedale Europeo di Khan Yunis, nel sud di Gaza, e secondo fonti militari ai media israeliani nel mirino c’era proprio Mohammed Sinwar, nuovo capo di Hamas dopo la morte del fratello Yahya, ucciso dall’esercito israeliano lo scorso ottobre.

Non è chiaro se Mohammed Sinwar, considerato ancora più spietato del fratello, sia stato effettivamente ucciso, né se si trovasse sul posto. La protezione civile di Gaza ha riferito che 28 persone sono rimaste uccise e decine ferite e disperse nel raid sull’Ospedale Europeo, ma senza citare la sorte del leader. Il movimento radicale palestinese tuttavia è solito negare la morte dei suoi capi, fa notare Times of Israel. I media palestinesi hanno poi riferito di un secondo attacco sullo stesso ospedale, appena due ore dopo il primo.

L’intenzione di Netanyahu appare ancora quella di svuotare la Striscia, come prevedeva il piano iniziale di Trump e come annunciato il 5 maggio con la nuova campagna militare destinata alla “conquista” di Gaza: Israele sta lavorando per trovare Paesi disposti ad accettare i residenti di Gaza, ha detto ancora il premier convinto che “oltre il 50%” dei palestinesi “se ne andrà”, se ne avrà la possibilità. “Abbiamo creato un istituto che permetterà loro di andarsene, ma abbiamo bisogno di Paesi disposti ad accoglierli. È su questo che stiamo lavorando in questo momento”, ha aggiunto.

Fonti israeliane hanno poi chiarito che notizie di intelligence avevano assicurato che nel complesso di Khan Yunis colpito dai raid non si trovavano ostaggi. Sono 58 quelli ancora nelle mani di Hamas dopo la liberazione dell’israelo-americano Idan Alexander, grazie alla mediazione degli Stati Uniti. Il soldato ha incontrato in mattinata l’inviato Usa Steve Witkoff e parlato al telefono con Trump. “Siamo impegnati per il ritorno di tutti gli ostaggi”, ha detto anche l’inviato Usa per gli ostaggi Adam Boehler alle famiglie dei rapiti a Tel Aviv. “C’è una possibilità di un grande accordo, una possibilità migliore rispetto al passato. La ripresa della guerra dipende da Israele. Hamas sa di poter concludere un accordo quando vuole”, ha spiegato Boehler mentre negoziatori israeliani sono arrivati a Doha nel tentativo di riavviare i colloqui da settimane a un punto morto.

L’Idf ha inoltre annunciato di aver intercettato un altro missile lanciato dallo Yemen dopo quello che il 4 maggio colpì l’aeroporto di Tel Aviv. E dopo che gli Usa avevano trovato un accordo con gli Houthi per fermare gli attacchi alle navi americane. “Ma non contro Israele”, avevano avvertito i ribelli sciiti.

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