Nestlé corre ai ripari, “faremo più test sul gusto dei prodotti”

Confrontata con una stagnazione dei volumi di vendita, Nestlé punta a riconquistare i consumatori: "torneremo a fare più test relativi al gusto dei nostri prodotti", hanno promesso i vertici.
(Keystone-ATS) E nel frattempo i prezzi continueranno ad aumentare, anche se a ritmi meno marcati.
Tra il 2022 e il 2024 la multinazionale alimentare ha testato meno di un quarto dei suoi articoli più venduti (in rappresentanza di circa la metà del giro d’affari) per verificare se i consumatori preferiscono il sapore dei suoi prodotti a quelli della concorrenza. Entro la fine dell’anno in corso la società intende effettuare tali test su due terzi degli articoli e su tutti tra un anno.
“Se troveremo prodotti che non convincono in termini di gusto agiremo rapidamente e apporteremo miglioramenti”, ha promesso in una conferenza telefonica con gli analisti il Ceo Laurent Freixe, commentando i dati semestrali della sua azienda. Il presidente della direzione è in carica dallo scorso mese di settembre ed è chiamato a riportare sulla giusta rotta il colosso vodese, che negli ultimi anni stenta a crescere, anche perché il quadro generale dell’alimentazione mondiale appare cambiato.
Per cambiare le cose il gruppo sta puntando anche sul marketing: la quota della pubblicità e delle altre iniziative per stimolare le vendite è salita all’8,6% nella prima parte di quest’anno, a fronte dell’8,1% dello stesso periodo dell’anno scorso.
In base alle informazioni diffuse di primo mattino nel periodo gennaio-giugno il giro d’affari si è attestato a 44,2 miliardi di franchi, con una flessione dell’1,8% su base annua, che si spiega in primo luogo con la forza del franco. La crescita organica – cioè depurata dagli effetti valutari e dei cambiamenti di portafoglio – ha beneficiato di una una leggera accelerazione, raggiungendo il 2,9% nel secondo trimestre, a fronte del 2,8% dei primi tre mesi.
Tale dinamismo è però dovuto quasi esclusivamente all’aumento dei prezzi, fa sapere l’impresa. L’incremento dei volumi si è attestato infatti allo 0,2% nei mesi di aprile, maggio e giugno, con un rallentamento nei confronti dello 0,7% del primo trimestre. Il dato riflette la generale debolezza della domanda e le reazioni a breve termine di consumatori agli aumenti tariffari, indica l’azienda: in altre parole i prezzi – i dolciumi sono diventati fino all’11% più cari, mentre il costo del caffè è lievitato del 6% – hanno spaventato alcuni clienti. Secondo il Ceo Freixe è probabile che anche nella seconda metà dell’anno si assisterà ad aumenti, ma su scala minore.
Le novità odierne non sono state accolte bene dagli investitori: sulla piazza di Zurigo alle 14.00 l’azione Nestlé perdeva quasi il 5%, trascinando al ribasso l’intero listino SMI. Il valore di mercato della società si è così contratto da 200 a 190 miliardi di franchi. Dall’inizio di gennaio il corso dell’azione è sceso dell’1% e particolarmente negativa è la performance sull’arco di uno e di cinque anni, rispettivamente -21% e -32%.
Nestlé ha origini che risalgono all’Ottocento e porta il nome di un farmacista e imprenditore tedesco naturalizzato svizzero, Heinrich (Henri) Nestlé (1814-1890), che nel 1866 inventò un alimento specifico per i bambini che non potevano essere allattati al seno: la farina lattea. Lo sviluppo nel corso dei decenni ha fatto di quell’azienda una grande multinazionale: stando al rapporto d’esercizio 2024 il gruppo è un colosso attivo in 185 nazioni con 337 fabbriche in 75 paesi e un organico di 277’000 dipendenti, che gestiscono qualcosa come 2000 marchi. L’ultimo esercizio si è chiuso con un fatturato di 91,4 miliardi di franchi e un utile netto di 10,9 miliardi.