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Molto lavoro per ombudsman banche svizzere, fra frodi e mediazioni

Keystone-SDA

Molto lavoro anche nel 2024 per l'ombudsman delle banche svizzere, che ha trattato un maggior numero di casi rispetto al passato.

(Keystone-ATS) Mentre le domande di ricerca di averi non rivendicati rimangono relativamente stabili, le richieste di mediazione continuano ad aumentare e lo stesso accade per i problemi causati da frodi.

L’anno scorso l’ufficio guidato da Andreas Barfuss ha trattato un totale di 2475 dossier, un numero in progressione del 5% rispetto ai dodici mesi precedenti, è emerso in una conferenza stampa odierna. Il risolutore di controverse è intervenuto in 303 casi e in 172 ha ritenuto appropriata una correzione da parte dell’istituto finanziario dopo un’approfondita analisi dei fatti: nel 97% di queste situazioni la banca ha accettato il parere dell’Ombudsman.

Il 56% delle richieste proveniva dalla Svizzera tedesca, il 20% dalla Romanda e il 3% dalla Svizzera italofona: il rimanente 21% concerneva clienti con residenza all’estero. Nell’89% dei casi con un valore litigioso definito quest’ultimo ammontava a meno di 100’000 franchi. Malgrado un ulteriore incremento dei casi, la durata media di trattamento dei dossier scritti è solo leggermente cambiata: il 60% dei richiedenti ha ricevuto una risposta definitiva entro un mese.

Suddivisi per area tematica, il 72% degli 899 casi scritti trattati riguardava l’area conti, operazioni di pagamento e carte, un ambito in progressione del 7% rispetto all’anno precedente. La causa più frequente di problemi (264 casi, +17 %) è stata la frode: il loro numero è ancora aumentato, dopo i 226 episodi del 2023 e i 120 del 2022. Le questioni relative all’elaborazione di operazioni bancarie sono state al centro di 128 incarti e le problematiche sorte a seguito di restrizioni imposte dall’istituto finanziario (per esempio quando un istituto rifiuta di avviare una relazione d’affari) hanno riguardato 105 casi. Gli oneri bancari sono stati da parte loro al centro di 59 controversie.

E ancora: 85 dossier sono stati attribuiti al ramo borsa e deposito, con le difficoltà sorte spesso per un’esecuzione errata o incompleta di un ordine dato dal cliente. L’8% dei casi (70) riguardava l’area tematica “consulenza sugli investimenti, gestione patrimoniale”, in flessione del 18%. Il 9% dei procedimenti (81) ha interessato prestiti e ipoteche, in particolare le penali per la disdetta anticipata dei mutui a tasso fisso. Va ricordato anche che dal 1996 l’ombudsman delle banche funge anche da punto di contatto centrale per la ricerca di beni senza contatto e dormienti: nell’ambito di questa attività ha ricevuto 485 nuove istanze di ricerca.

“Anche nell’anno in rassegna abbiamo registrato un ulteriore aumento delle richieste e delle domande di mediazione, ma siamo riusciti a trattare i casi entro i termini e con la qualità abituale”, afferma Barfuss, citato in un comunicato. “La tematica delle truffe ha già impegnato significativamente l’ombudsman negli anni passati e la tendenza non mostra segni di diminuzione”, aggiunge l’esperto. Tale sviluppo è in linea con la dinamica che viene descritta dalle autorità di perseguimento penale e che si osserva anche all’estero.

Mentre il numero di casi di frodi con carte di credito o con carte di debito si è stabilizzato a un livello elevato, sono aumentati soprattutto i casi in cui i truffatori sono riusciti a effettuare pagamenti non autorizzati dai clienti. Questi ultimi non possono aspettarsi che le banche intervengano al loro posto, se sono stati danneggiati da truffatori. “La prevenzione è fondamentale”, sottolinea lo specialista, che ribadisce la sua raccomandazione di prendere sul serio le informazioni e le avvertenze delle autorità, degli istituti finanziari e delle organizzazioni di protezione dei consumatori.

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