MO: media, “scambio dei corpi ostaggi e dei prigionieri alle 22”

La restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani e il rilascio dei prigionieri palestinesi avverranno simultaneamente alle ore 23 israeliane, le 22 svizzere. Lo scrive Al Jazeera citando fonti.
(Keystone-ATS) L’ala armata di Hamas ha dichiarato che consegnerà i corpi di quattro ostaggi israeliani “stasera”.
Un funzionario di Hamas ha comunicato che la consegna a Israele dei corpi dei quattro ostaggi uccisi avverrà senza una cerimonia “pubblica”. “La consegna avverrà senza la presenza del pubblico per impedire all’occupante di trovare qualsiasi pretesto per ritardi o ostruzioni”, riguardo soprattutto al rilascio dei detenuti palestinesi.
Secondo quanto riferito da un funzionario israeliano al Times of Israel, i corpi saranno consegnati agli egiziani, che li trasferiranno in Israele. Si prevede che Hamas consegni Tsahi Idan, Ohad Yahalomi, Itzik Elgarat e Shlomo Mantzur, precisa il Times of Israel. Dal canto suo, Israele rilascerà i 602 prigionieri palestinesi la cui liberazione era prevista per sabato.
”Con tutto il cuore con la famiglia e i cari del nostro connazionale Ohad Yahalomi. In queste ore sospese di dolore e di angoscia, la Nazione è al loro fianco”, ha scritto il presidente francese, Emmanuel Macron, in un messaggio pubblicato su X. Oggi, Abu Obeida, portavoce militare delle Brigate al-Qassam, ala armata di Hamas, ha dichiarato che stasera saranno restituiti i corpi di quattro ostaggi, tra cui quello del cittadino franco-israeliano, mentre i nomi non hanno ancora ricevuto conferma ufficiale da parte delle autorità ebraiche.
Intanto, la Porta di Brandeburgo a Berlino è illuminata con luci arancione in solidarietà con gli ostaggi israeliani morti e quelli ancora nelle mani di Hamas. In particolare, il gruppo terrorista ha restituito i corpi di Shiri Bibas e dei suoi due figli Kfir e Ariel, che proprio oggi sono stati sepolti in Israele. Tutti e tre avevano anche la cittadinanza tedesca.
Solo il padre, Jarden Bibas, è stato liberato vivo da Hamas. Per ricordare la loro morte il Senato della città ha deciso di illuminare con il colore arancio, che è quello della campagna per liberare gli ostaggi, la Porta di Brandeburgo. Sulla quale vengono anche proiettate le scritte “Never forget” und “#BringThemHomeNow”, come si legge nel comunicato del Senato della capitale.
Frattanto l’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito postazioni di lancio di razzi nella Striscia di Gaza, subito dopo l’attacco con un razzo caduto nel territorio palestinese. “Oggi è stato identificato un razzo caduto all’interno della Striscia di Gaza. Recentemente, (l’esercito) ha colpito diversi punti di lancio nell’area da cui è stato sparato”, ha affermato l’esercito in una nota.
Respinta proposta israeliana
Intanto, il Cairo ha informalmente respinto l’idea dell’ex premier israeliano Yair Lapid secondo cui l’Egitto dovrebbe gestire la Striscia di Gaza per almeno otto anni, in cambio di un massiccio alleggerimento del debito estero.
Come affermano “fonti” rilanciate su X dalla tv Al Arabiya, “l’Egitto conferma che non gestirà la Striscia di Gaza” e “respinge qualsiasi proposta riguardante la futura gestione” dell’enclave palestinese. “L’Egitto sottolinea che non sarà trascinato in alcun tentativo di gestione di Gaza”, insistono le fonti egiziane.
Lapid aveva proposto che il Cairo dovrebbe anche “dirigere una forza di pace in partenariato con i Paesi del Golfo e la comunità internazionale” per garantire la sicurezza e completare il processo di smilitarizzazione totale della Striscia.
Nel frattempo, “sono in corso i preparativi per garantire un’ampia partecipazione e un fronte arabo unito al vertice straordinario della Lega Araba, in programma il 4 marzo” al Cairo: lo scrive il sito del principale quotidiano egiziano, Al-Ahram.
“Il vertice della Lega Araba offrirà una piattaforma per il lancio di un piano globale e articolato in più fasi per la ripresa e la ricostruzione di Gaza. Il piano, che l’Egitto prevede di finalizzare entro questa settimana, dovrebbe concentrarsi sulla ripresa immediata, il ripristino delle infrastrutture, gli aiuti umanitari e la rivitalizzazione dell’economia”, scrive fra l’altro il sito ricordando che, “secondo una nuova valutazione delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e della Banca Mondiale, gli sforzi di ricostruzione a Gaza richiederanno oltre 50 miliardi di dollari”.
Al-Ahram premette che il vertice, il quale affronterà le “nuove e pericolose evoluzioni della causa palestinese”, cercherà di promuovere un’alternativa ai piani del presidente statunitense Donald Trump per Gaza, attraverso una strategia coordinata a livello regionale che dia priorità alla ricostruzione della Striscia all’interno dei suoi attuali confini, mantenendo i palestinesi nella loro terra, alleviando la crisi umanitaria e affrontando le cause profonde del conflitto.