Libano: al via riunione del governo per disarmo di Hezbollah

È cominciata a Beirut la tanto attesa riunione del consiglio dei ministri libanese per discutere delle modalità del disarmo di Hezbollah, l'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista fortemente indebolita dopo l'ultima guerra con Israele.
(Keystone-ATS) Gli Stati Uniti e Israele chiedono con insistenza il disarmo di Hezbollah, che invece condiziona ogni concessione in tal senso alla fine dell’occupazione militare israeliana nel sud del paese dei cedri e alla cessazione dei quotidiani bombardamenti aerei dello Stato ebraico.
I media libanesi riportano oggi che nel quadro delle complesse trattative politiche è emersa una formula di compromesso volta a superare le tensioni interne e a permettere l’approvazione solo formale del piano di disarmo.
La soluzione elaborata prevede che il comandante dell’esercito, il generale Rodolphe Haykal, esponga oggi, durante il consiglio dei ministri, il piano preparato dall’istituzione militare. Questo documento, che ribadisce l’esclusività delle armi in mano allo Stato, come stabilito nella precedente riunione governativa del 5 agosto, non sarà sottoposto a una votazione formale.
Secondo questa ipotesi, il ruolo del governo, di cui fanno parte anche ministri sciiti, alcuni dei quali considerati vicini a Hezbollah, si limiterà oggi a prendere atto di quanto presentato, per poi emanare una decisione ufficiale che loderà l’iniziativa dell’esercito e riconoscerà il valore delle misure intraprese per rafforzare l’autorità statale.
Questo meccanismo permetterebbe all’esecutivo di accogliere il piano senza la necessità di adottare una nuova delibera o di esprimersi tramite un voto. Per quanto riguarda il piano dell’esercito libanese le informazioni circolate sulla stampa parlano di un’attuazione estesa su un periodo di quindici mesi, e non di tre o quattro mesi come richiesto invece dagli Stati Uniti. Inoltre, l’attuazione del piano sarebbe condizionata dal ritiro di Israele dal sud del Libano.
Dal canto loro, media statunitensi affermano che Washington ha lanciato un severo avvertimento alle autorità libanesi alla vigilia dell’incontro, sottolineando come il tempo a disposizione per avviare azioni concrete volte al disarmo di Hezbollah stia per scadere.
Il quotidiano The New York Times riporta che l’amministrazione del presidente Donald Trump ha insistito sul fatto che ulteriori ritardi potrebbero compromettere il sostegno finanziario degli Stati Uniti e dei paesi del Golfo o, persino, innescare una nuova offensiva militare da parte di Israele, considerata la minaccia più allarmante. Washington avverte infatti che Israele potrebbe ricorrere a un’operazione militare per “portare a termine la missione” in Libano.
Ministri Hezbollah lasciano la riunione
Intanto quattro dei cinque ministri libanesi membri di Hezbollah e del suo alleato Amal (acronimo dalla denominazione araba che letteralmente significa distaccamenti della resistenza libanese, l’organizzazione è diventata una delle più importanti milizie musulmane durante la guerra civile libanese) si sono ritirati poco fa dalla riunione del consiglio dei ministri per non prender parte alla discussione sul disarmo di Hezbollah.
Lo riferiscono media locali, secondo i quali era prevedibile che per ragioni di formalità politica i quattro ministri di Hezbollah e Amal avrebbero lasciato l’aula per dissociarsi da ogni eventuale decisione presa dall’esecutivo.
La riunione del governo prosegue, riferiscono i media in diretta dal palazzo presidenziale di Baabda dove è in corso il consiglio dei ministri.