Legge su Id-e accolta con il 50,4% di sì

Dopo una lunga suspense, alla fine è uscito un sì risicatissimo a favore dell'introduzione di un mezzo di identificazione elettronico statale: il popolo svizzero ha accolto oggi la Legge sull'Id-e con il 50,4% di voti a favore.
(Keystone-ATS) A far pendere l’ago della bilancia è stato il canton Zurigo. Il Ticino ha approvato la nuova normativa con il 51,48% di sì, mentre i Grigioni l’hanno bocciata con il 51,74% di no. La partecipazione è stata del 49,55%.
Il 7 marzo 2021, l’introduzione di una Identità elettronica era stata respinta dal popolo con oltre il 64% dei voti contrari fondamentalmente perché sarebbe stata emessa da imprese private.
La nuova normativa – il cui nome per esteso è legge federale sul mezzo d’identificazione elettronico e altri mezzi di autenticazione elettronici (Legge sull’Id-e, LIdE) e contro la quale è stato lanciato un referendum – crea la base per una identità digitale statale con cui ci si potrà identificare per richiedere per esempio su Internet un estratto del casellario giudiziale, una patente di guida o dimostrare la propria età in caso di acquisto di alcolici.
Con la nuova legge l’identità elettronica resta facoltativa e gratuita. L’Id-e verrà emessa unicamente dalla Confederazione, la quale risulterà esserne la sola responsabile della sicurezza gestendone anche l’infrastruttura tecnica necessaria, con l’intento – in tal modo – di garantire al meglio la protezione della sfera privata e la sicurezza dei dati. Per proteggere inoltre l’utente da furti d’identità l’Id-e è associato allo smartphone.
Ad accogliere la nuova legge sono stati BS, FR, GE, LU, TI, VD, ZG e ZH. Tra questi quelli più a favore si sono dimostrati essere Vaud (57,19% di sì), Basilea Città (56,79% di sì) e Ginevra (55,19% di sì). L’accoglienza più tirata è stata quella di Friburgo (50,37%). Mentre a bocciare più nettamente l’Id-e sono stati Uri (59,35%), Svitto (59,16%), Obvaldo (57,42%) e Turgovia (56,71%).
Sollievo tra i sostenitori
Per il PS gli elettori si sono espressi a favore di una soluzione pubblica, sicura, facoltativa e parsimoniosa nei dati. Si tratta di una vittoria per i diritti fondamentali, il servizio pubblico e la sovranità digitale, indica il partito socialista in un comunicato. Inoltre, il PS vede il risultato risicato come segno di una “notevole diffidenza” nei confronti della tecnologia, che oggi “si trova nelle mani di grandi imprese private”, e chiede una regolamentazione di piattaforme come Meta, X o Google.
La carta d’identità elettronica – si legge in un comunicato del PLR in cui accoglie con soddisfazione l’esito della votazione – rafforza la sovranità digitale dei cittadini, semplificava la vita, riduce la burocrazia, garantisce la sicurezza dei dati e apre porte importanti per il polo di innovazione e di ricerca.
Anche i Verdi hanno accolto con favore il sì alla Legge sull’Id-e- Essa – hanno scritto in una presa di posizione odierna- rappresenta nel mondo digitale maggiore privacy, protezione dei dati e una forte condizione quadro. Il risicato sì alla nuova Id-e mostra quanto poca fiducia goda il Consiglio federale presso la popolazione. Il partito ha sottolineato la sua partecipazione “significativa” all’elaborazione della nuova legge. Inoltre, ora chiede al Consiglio federale di presentare una “regolamentazione efficace delle piattaforme”.
I Verdi liberali (PVL) considerano il sì all’Id-e come una “spinta alla digitalizzazione” per la Svizzera, ma vogliono prendere sul serio il “grande scetticismo” degli oppositori. Il PVL si rallegra delle numerose semplificazioni nella vita quotidiana che la decisione a favore dell’Id-e aprirà ai privati e alle aziende, ha dichiarato in un comunicato Jürg Grossen, consigliere nazionale bernese e presidente del PVL svizzero. Le autorità devono ora introdurre rapidamente le offerte corrispondenti in modo che la popolazione e le aziende ne possano beneficiare. Il risultato mostra tuttavia anche un “grande scetticismo” della popolazione nei confronti dell’identità elettronica. Questo scetticismo deve essere preso sul serio.
Digitalswitzerland (Svizzera digitale) vede ora spianata la via per l’identificazione semplice, sicura e facoltativa nella vita digitale quotidiana. Il sì all’Id-e statale è un traguardo nella trasformazione digitale della Svizzera, ha scritto in un comunicato. L’organizzazione ora concentra costantemente l’attenzione sulla rapida attuazione dei primi casi d’uso.
Un sospiro di sollievo era anche palpabile da parte di Economiesuisse: l’Id-e permette incrementi di efficienza e la riduzione della burocrazia, ha scritto in un comunicato. Essa può, oltre alla popolazione e allo Stato, alleggerire anche l’economia e consentire una “nuova qualità dell’interazione con le autorità”.
Per Digitale Gesellschaft, che si impegna per la protezione dei consumatori nell’era digitale, il risicato sì è un segno che la fiducia della popolazione nelle tecnologie digitali deve essere conquistata, ha scritto in una presa di posizione. Le tecnologie digitali devono soddisfare i più alti standard di protezione dei dati e sicurezza, sottolinea.
Reazione dei contrari
Per i promotori del referendum, la mobilitazione contro una digitalizzazione ritenuta imposta resta una vittoria di stima. Alexis Roussel, membro del Partito pirata e del comitato referendario ha evocato una preoccupazione crescente di fronte alla “costrizione digitale”, sostenuta da una volontà di difendere il “diritto a una vita offline”.
Il movimento Mass-Voll! ringrazia, da parte sua, “gli 1’359’867 svizzeri che hanno detto no all’Id-e liberticida”.
L’UDC ha da parte sua chiesto una garanzia per una Id-e volontaria e si è rammaricata del voto a favore della legge sull’Identità elettronica. Il Consiglio federale ha ora il dovere di garantire il carattere volontario e di assicurare in ogni momento la protezione dei dati personali, ha scritto in un comunicato odierno. Non ci deve essere “sorveglianza statale attraverso la porta di servizio”. Il partito si opporrà a qualsiasi tentativo di questo tipo.