La Posta: utili in forte calo, cancellato un centinaio di impieghi

A causa della crescente pressione economica La Posta intende riorganizzarsi: entro l'anno prossimo è prevista la soppressione di un centinaio di impieghi. Nella prima metà del 2025 l'utile netto è sceso, su base annua, del 44% a 74 milioni di franchi.
(Keystone-ATS) Mentre il fatturato è diminuito del 4,9% a 3,62 miliardi, l’utile operativo EBIT è calato del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a 118 milioni, informa un comunicato diramato oggi. La contrazione della redditività era attesa dai vertici dell’azienda; i motivi principali sono da ricercarsi nel persistente calo dei volumi delle lettere, dei giornali e delle operazioni allo sportello e nell’aumento dei costi.
“La Posta continua a poggiare su basi finanziarie solide ed è in grado di autofinanziare il servizio universale e le sue prestazioni. Ciononostante, il risultato mette in luce le sfide strutturali nel core business e i costi che ne derivano”, afferma nella nota il responsabile delle finanze ad interim Björn Walker.
Per questo motivo il gigante giallo da un lato aumenterà i propri prezzi, dall’altro vuole accrescere la propria efficienza: entro il 2026 prevede di riorganizzare le unità centrali di RetePostale, divisione che ha chiuso il primo semestre con una perdita di 59 milioni (-57 nella prima metà del 2024) nonostante un giro d’affari passato da 265 a 296 milioni di franchi.
La riorganizzazione prevista potrebbe richiedere fino a 100 licenziamenti e 20 adeguamenti contrattuali. La Posta punta a un’attuazione il più possibile socialmente sostenibile, viene affermato. Le decisioni definitive seguiranno al termine della procedura di consultazione a fine settembre. Nel primo semestre il comparto contava mediamente 3’079 collaboratori a tempo pieno (-71 rispetto a un anno prima) mentre l’intero gruppo 35’478 (+534).
L’obiettivo è continuare a svolgere il mandato di servizio universale – che, a suo dire, nel 2024 è costato alla Posta circa 370 milioni di franchi – con fondi propri, senza pesare sulle tasche dei contribuenti. Dato che la clientela spedisce sempre meno lettere, gli stessi costi fissi vengono ripartiti su un numero sempre minore di invii: in altre parole, viene spiegato, le singole lettere diventano sempre più costose per il gigante giallo.
Nel primo semestre il volume delle lettere ha subito un’ulteriore riduzione del 4,9% su base annua. Allo stesso tempo il mercato dei pacchi in Svizzera è tornato a crescere per la prima volta da tre anni, e il volume di invii gestiti dalla Posta è aumentato del 3,4% rispetto alla prima metà dell’anno scorso.
Per garantire la sostenibilità del servizio universale anche in futuro sono necessarie disposizioni normative che permettano a lungo termine di realizzare innovazioni, consentano di apportare modifiche realistiche in linea con le mutate abitudini della clientela e continuino a garantire sufficiente margine di manovra imprenditoriale, sottolinea La Posta. I punti chiave per la revisione della Legge sulle poste presentati di recente dal Consiglio federale e la modifica dell’ordinanza rappresentano un passo importante per avere condizioni quadro al passo con i tempi.