La gauche propone un premier socialista, lo stallo resta
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(Keystone-ATS) “Questione di ore”: come promesso, il Nuovo Fronte Popolare, la coalizione dei partiti della gauche arrivata in testa alle legislative francesi di domenica scorsa, comunicherà il nome del suo candidato premier nella giornata di domani.
Sarà probabilmente un socialista (si parla del segretario Olivier Faure), ipotesi meno indigesta di quella di un esponente de La France Insoumise. Ma al momento un candidato del Nfp senza alcuna intesa con il centro macroniano sembra una soluzione destinata a fallire.
La lettera ai francesi pubblicata ieri da Emmanuel Macron ha avuto l’effetto contrario a quello che, verosimilmente, si riprometteva: invece di calmare gli animi, il presidente ha infatti gettato benzina sul fuoco, soprattutto con l’affermazione “nessuno ha vinto”, che ha fatto imbestialire Jean-Luc Mélenchon e i suoi. Uno dopo l’altro, gli esponenti melenchoniani si sono avvicendati ai microfoni di radio e tv per affermare che Macron “deve smetterla con la negazione della sua sconfitta elettorale”.
Il Fronte Popolare scalpita, è impaziente di poter formare un governo e sospetta il centro e i Républicains di giocare d’intesa con Macron e rallentare ogni decisione. Dai tempi che il presidente – a Washington per il vertice Nato – sembra dettare con la sua lettera, molti hanno desunto che non si muoverà foglia fino alla fine delle Olimpiadi, a metà agosto.
Il governo che ha gestito in prima persona l’organizzazione dell’evento mondiale – dal premier Gabriel Attal al ministro dell’Interno Gérald Darmanin, al quale fa capo l’enorme responsabilità della sicurezza – dovrebbe restare al suo posto. Proprio i due sembrano essere i più agguerriti nella corsa ad ottenere potere all’interno di Renaissance, il movimento macroniano, e cominciare a gestire il futuro.