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La Camera ha approvato la legge di Trump

Keystone-SDA

La Camera americana ha approvato la legge di spesa di Donald Trump con 218 voti a favore e 214 contrari. I repubblicani hanno intonato "Usa", Usa" dopo la proclamazione.

(Keystone-ATS) Solo due repubblicani hanno votato contro il ‘big beautiful bill’ di Trump. A dire no sono stati Thomas Massie del Kentucky e Brian Fitzpatrick della Pennsylvania. In senato avevano votato contro il budget solo tre senatori: Rand Paul, Thom Hillis e Susan Collins.

La Casa Bianca ha immediatamente festeggiato sui social il traguardo raggiunto. “Vittoria”, è stato il commento postato dalla portavoce Karoline Leavitt. Trump firmerà la legge domani, giorno dell’Indipendenza americana.

Dopo una maratona notturna di pressioni, lusinghe e minacce via social, Trump e lo speaker della Camera Mike Johnson sono riusciti a piegare le aquile dei repubblicani e ricompattare il partito per il voto finale di una delle leggi di spesa più costose della storia americana.

Ma non avevano fatto i conti con il leader della minoranza democratica, Hakeem Jeffries, che oggi ha tenuto banco dalle 5.35 della mattina fino al pomeriggio per 8 ore e 45 minuti per ritardare la votazione e fare tutto il possibile per ostacolare il procedimento.

“La scadenza per Donald Trump è il giorno dell’Indipendenza, ma non per me”, ha detto ad un certo punto del suo intervento da record il leader dei democratici alla Camera, che ha accusato il presidente di “voler essere un re”. “Sapete perchè? Perché non lavoriamo per Donald Trump. Lavoriamo per il popolo americano”, ha aggiunto suscitando l’applauso dei democratici.

Jeffries ha sfruttato il cosiddetto “minuto magico”, una tradizione che consente ai leader della Camera di parlare per tutto il tempo che desiderano durante un dibattito in aula. Il record fino a oggi era detenuto dall’allora leader dei repubblicani, Kevin McCarthy, che nel 2021 parlò 8 ore e 32 minuti per protestare contro la legge di politica interna di Joe Biden, che alla fine fu approvata quando lui cedette la parola.

L’intervento più lungo in assoluto resta comunque quello al Senato del democratico Cory Booker, che parlò per 25 ore e 5 minuti – dal 31 marzo al primo aprile scorsi – per protestare contro Donald Trump e il dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk.

Jeffries, che si è concesso soltanto qualche sorso d’acqua durante il suo mega intervento, ha attaccato quella che ha ribattezzato la ‘big, ugly bill’, la grande, brutta legge, accusando Trump di privare milioni di americani dell’assicurazione sanitaria nazionale e di voler favorire i miliardari con un taglio delle tasse che avvantaggerà solo i più benestanti. Prima di chiudere il suo discorso ha perfino parafrasato un passo del Vangelo secondo Matteo. “Avevo fame e mi avete dato da mangiare. Avevo sete e mi avete dato da bere. Ero forestiero e mi avete accolto. Avevo bisogno di vestiti e mi avete vestito. Ero malato e forse avevo bisogno di Medicare, o di Medicaid, o dell’Affordable Care Act, o del Children’s Health Insurance Program, o di Planned Parenthood. Ero malato e vi siete presi cura di me”, ha detto suscitando una standing ovation dei compagni di partito.

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