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L’Iran risponde a Trump, missili sulla base in Qatar

Keystone-SDA

Dopo meno di 48 ore dal diluvio di fuoco americano sui siti nucleari iraniani, la vendetta degli ayatollah si è consumata contro la base Usa in Qatar, ma la rappresaglia è stata volutamente misurata e ampiamente preannunciata.

(Keystone-ATS) L’attacco è stato sferrato con dieci missili su Al Udeid, la più grande struttura militare statunitense in Medio Oriente che conta più di 10.000 soldati ed ospita lo Us Central Command e altre forze alleate.

“Sei di loro hanno colpito la base”, hanno rivendicato i pasdaran. “Tutti intercettati e nessun morto o ferito”, ha replicato un portavoce qatarino. Mentre il New York Times parla addirittura di raid “coordinati” tra Teheran e Doha, così da evitare vittime e rendere la risposta della Repubblica islamica puramente simbolica.

Allerta anche in Iraq

L’allerta massima è scattata anche in Iraq, ma il lancio di un missile diretto verso una struttura americana nel Paese annunciato in un primo momento è stato in seguito smentito da Baghdad e dai militari statunitensi. Mentre colpi di mortaio delle milizie filo-Teheran sono caduti su un compound in Siria.

Con ore di anticipo si sono susseguiti annunci sui media americani di “un attacco imminente”, mentre Doha aveva già chiuso lo spazio aereo nazionale come misura “precauzionale”. E le ambasciate di Stati Uniti, Cina e Regno Unito avevano invitato i loro connazionali in Qatar a “restare a casa” per sicurezza.

Tutto sembra indicare la volontà di Teheran di chiudere lo scontro, almeno con Washington, in un’unica mossa: scegliere come bersaglio la base in Qatar “ha senso, soprattutto se gli americani vengono avvertiti in anticipo”, è la lettura dell’analista politico Ian Bremmer, che evidenzia come la base di Al Udeid “può offrire una risposta spettacolare al pubblico iraniano” correndo meno rischi di provocare un’altra escalation.

Malgrado tutto, e a uso interno, la tv di Stato iraniana ha annunciato urbi et orbi l’operazione ‘Benedizione della Vittoria’, con cui Teheran “ha lanciato una risposta potente all’aggressione americana” proprio mentre Donald Trump riuniva il suo consiglio di sicurezza nella Situation Room. Mentre i pasdaran hanno esultato avvertendo che “il messaggio” per la Casa Bianca è che l’Iran “non lascerà che alcuna aggressione resti senza risposta”.

Secondo fonti citate dalla Cnn, il tycoon non vuole un maggior coinvolgimento militare in Medio Oriente dopo la ritorsione dell’Iran. Ma l’imprevedibile resta comunque dietro l’angolo. La galassia delle milizie filo-Teheran disseminate in Medio Oriente potrebbero essere meno propense a chiuderla qui. E resta massima l’allerta per la possibilità di attacchi da parte delle “cellule dormienti” della Repubblica Islamica in territorio americano.

Si cerca successore di Khamenei

Da parte sua, l’Iran della propaganda proverà a massimizzare il profitto di una vendetta che ha soprattutto l’obiettivo di far respirare il regime, messo sotto scacco dall’offensiva israeliana e il malcontento popolare. Rintanato e sorvegliato h24 dalle forze speciali Vali-ye Amr delle Guardie Rivoluzionarie, Ali Khamenei è tornato a parlare sui social, promettendo che “continuerà la punizione” contro Israele, con cui intanto la guerra continua.

Ma nel frattempo, il tempo stringe per la ricerca di un successore: stando alla Reuters online, che cita fonti interne a conoscenza dei colloqui, la commissione nominata dallo stesso ayatollah due anni fa per identificare il suo sostituto ha accelerato il suo lavoro. L’obiettivo è evitare l’instabilità e dare continuità al regime nel caso in cui Khamenei venisse ucciso, in un establishment iraniano più diviso che mai.

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