L’esplosione del numero di fast food desta preoccupazione

I fast food sono sempre più numerosi in Svizzera e la tendenza non sembra destinata a cambiare nei prossimi anni. Ciò suscita preoccupazione riguardo alle abitudini alimentari e alla salute della popolazione, sia da parte delle autorità che dei medici.
(Keystone-ATS) McDonalds, il principale attore in Svizzera, ha annunciato ad aprile di voler raggiungere quota 200 ristoranti nel medio termine. I giganti Wendy’s (hamburger) e Taco Bell (Tex-Mex, fusione tra fast food statunitense e messicano) hanno fatto sapere che la Svizzera fa parte della loro strategia di espansione per nuove filiali. Infine, Starbucks (caffè e pasticcini) punta a raggiungere i 90 punti vendita nella Confederazione, secondo quanto dichiarato alla stampa nel 2024 dal suo direttore per la Svizzera Stefan Hungenberg.
Ad oggi, a livello nazionale si contano poco meno di 500 locali di ristorazione veloce. A questa cifra vanno tuttavia aggiunti i numerosi negozi di kebab, tacos e pizza.
Questi numeri si riflettono in quelli della salute pubblica. Secondo i dati dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), circa il 15% dei bambini e il 43% degli adulti in Svizzera sono in sovrappeso od obesi. Il fast food, sottolineano poi i funzionari federali, accanto al sovrappeso ha altri effetti deleteri, come malattie cardiovascolari, diabete e tumori.
“Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano la più alta densità di fast food e uno dei tassi di obesità più elevati. L’ambiente alimentare gioca un ruolo importante”, ha detto a Keystone-ATS Jorge Correia, primario della clinica per il trattamento dell’obesità degli Ospedali universitari di Ginevra (HUG).
Le più recenti statistiche in materia dell’Osservatorio svizzero della salute (Obsan, ente che sviluppa per la Confederazione ed i Cantoni analisi indipendenti del sistema sanitario), che risalgono al 2022, mostrano che il 16,4% dei giovani tra i 15 e i 19 anni e il 28,1% di quelli tra i 20 e i 24 anni soffrono di obesità. Si tratta di un aumento di oltre due punti percentuali per la prima categoria e di quasi tre punti per la seconda rispetto al 2017.
“I giovani sono particolarmente presi di mira dalle campagne pubblicitarie delle catene di fast food. Si inseriscono giocattoli nei menu per i più piccoli o si ricorre a influencer per promuovere il marchio”, analizza Correia. Alcuni paesi, come la Francia, hanno adottato misure per limitare l’esposizione dei bambini a queste pubblicità. In Svizzera, l’industria alimentare ha attualmente la possibilità di attuare un'”autoregolamentazione volontaria ed efficace”, indica l’USAV.
Sebbene preveda un peggioramento della situazione, Correia ritiene che alcune misure possano contribuire a cambiare le cose. “È necessario gestire i pazienti caso per caso, fissare obiettivi chiari e adeguati alle loro esigenze, con un accompagnamento multidisciplinare”, spiega lo specialista degli HUG. Raccomanda inoltre una migliore formazione dei medici generalisti che sono in prima linea per migliorare la presa a carico dei pazienti obesi.
L’USAV si dice preoccupato per la situazione e desidera “rafforzare le competenze nutrizionali della popolazione” collaborando con l’industria alimentare. Quasi tutti i principali produttori svizzeri di alimenti e bevande si impegnano volontariamente a ridurre il contenuto di zucchero dei loro prodotti, precisa l’ufficio.