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Kosovo, domani il voto locale in un clima di tensione

Keystone-SDA

In Kosovo si vota domani per le amministrative, in un'atmosfera di persistente tensione fra maggioranza di etnia albanese e minoranza serba appoggiata da Belgrado.

(Keystone-ATS) Un clima di sfiducia reciproca e continue accuse incrociate che non favorisce la prosecuzione del dialogo facilitato dall’Ue, da tempo in un sostanziale stallo senza grandi risultati concreti. Tanti sono gli elementi che contribuiscono a tale situazione poco incoraggiante: l’accelerazione nella chiusura di uffici, poste, banche e rappresentanze serbe, i numerosi arresti di serbi effettuati secondo Belgrado senza motivazioni valide, il tentativo di Pristina prima di escludere dal voto locale di domani Srpska Lista, il maggiore partito dei serbi, e successivamente anche tutti i media serbi. Tentativi questi non andati a buon fine per le vibranti proteste e i pronti ricorsi presentati dalla parte serba.

Il primo obiettivo di Srpska Lista – che dispone al parlamento di Pristina di 9 dei 10 deputati spettanti alla minoranza serba – è quello di riappropriarsi dei municipi del nord del Kosovo a maggioranza serba, che da oltre due anni sono guidati da sindaci di etnia albanese. Conseguenza questa del boicottaggio dei serbi in occasione delle amministrative anticipate dell’aprile 2023. L’elezione di tali sindaci albanesi nei quattro maggiori Comuni serbi del nord (Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica) provocò proteste e massicce manifestazioni da parte dei serbi locali, sfociate in molti casi in scontri e disordini con la polizia, e anche con le truppe della Kfor.

Il voto anticipato della primavera 2023 – dopo le elezioni locali regolari dell’ottobre 2021 – era stato indetto da Pristina dopo che nel novembre 2022 i rappresentanti serbi si erano ritirati da tutte le istituzioni del Kosovo (scuole, tribunali, polizia, amministrazione pubblica e incarichi politici) per protesta contro la politica ritenuta discriminatoria della dirigenza di Pristina, in particolare per il divieto di circolazione delle auto con targa serba rilasciata da Belgrado. Sul piano internazionale il Kosovo appare più indebolito, dal momento che l’inasprirsi della politica nazionalista antiserba ha provocato irritazione negli alleati occidentali, con sanzioni da parte dell’Ue e la sospensione da parte degli Usa del dialogo strategico con Pristina.

Alle amministrative di domani partecipano 93 entità politiche tra cui 32 partiti, 32 iniziative civiche, 2 coalizioni e 27 candidati indipendenti. Le formazioni serbe sono 12, anche se il partito di gran lunga più forte e importante resta Srpska Lista, forza strettamente legata alla dirigenza serba a Belgrado. E da Belgrado, a cominciare dal presidente Aleksandar Vucic, continuano a giungere appelli a votare per tale partito, l’unico ritenuto in grado di difendere al meglio gli interessi dei serbi. Gli elettori, poco più di 2 milioni, potranno votare domani dalle 7 alle 19 in oltre 2600 seggi, mentre 44 mila circa sono gli elettori registrati all’estero.

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