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Kirchner e il gruppo Rot-Blau al MASI di Lugano

Keystone-SDA

Il Museo d'arte della Svizzera italiana (MASI) di Lugano dedica all'espressionista Ernst Ludwig Kirchner una piccola mostra che fa riferimento diretto al gruppo di artisti basilesi Rot-Blau, fondato nel Mendrisiotto e attivo in Ticino fino alla fine degli anni '20.

(Keystone-ATS) Il dipinto “Alpküche” (Cucina alpestre), realizzato da Kirchner nel 1918, mostra l’interno della sua abitazione sulla Stafelalp, sopra Davos, ed è caratterizzato da un giallo intenso e brillante, da zone di colore marcate e da una prospettiva distorta. La porta aperta offre una vista sul Tinzenhorn all’orizzonte, un motivo che compare ripetutamente nelle opere dell’espressionista tedesco.

Il prestito dalla Collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid è uno dei dieci dipinti che si concentrano sul paesaggio montano elvetico e sui suoi abitanti nei dintorni di Davos. Tra questi c’è “Bauernmittag” (Il mezzogiorno dei contadini), un dipinto caratterizzato da pennellate decise, che fu esposto nella mostra propagandistica “Entartete Kunst” (Arte degenerata) a Monaco nel 1937, in quanto rappresentava un esempio di “cattiva arte” secondo i criteri del regime nazista e “insultava” i contadini.

Nuova immagine di persone e paesaggi

L’esposizione utilizza le opere del gruppo espressionista della collezione del MASI per stabilire un legame diretto con il lavoro di Kirchner.

In questo modo, diventa chiaro quanto il lavoro del gruppo basilese sia stato fortemente ispirato dal suo “mentore”, ma anche dal Ticino. I giovani, che avevano conosciuto l’arte di Kirchner in occasione di due grandi mostre alla Kunsthalle di Basilea e al Kunstmuseum di Winterthur, lavoravano regolarmente fianco a fianco al loro modello nella sua casa vicino a Davos.

Le aree di colore chiaramente definite, la prospettiva leggermente distorta e l’espressione depressa del viso nel dipinto di Werner Neuhaus “Der Malerfreund Albert Müller” (L’amico pittore Albert Müller) testimoniano questa vicinanza. Come nell’opera di Kirchner, anche gli artisti del gruppo Rot-Blau mostrano un’immagine nuova di persone e paesaggi mossi dall’emozione. I colori degli espressionisti non sono quelli della natura, ma esprimono i sentimenti soggettivi del pittore, da cui il nome.

Nel 1925 e 1926 si intensificano i contatti tra l’associazione di artisti e Kirchner. Quest’ultimo organizzò una sala dedicata alla giovane arte svizzera all’Esposizione Internazionale d’Arte di Dresda e invitò i membri del gruppo Rot-Blau Albert Müller, Paul Camenisch, Hermann Scherer e Philipp Bauknecht a partecipare alla mostra.

Nostalgia di Kirchner per il Ticino

L’esposizione presso la sede del LAC (Lugano Arte e Cultura) mostra chiaramente come il paesaggio montano di Davos abbia influenzato Kirchner e come quello del Ticino abbia influenzato il gruppo Rot-Blau.

Müller, Camenisch e Scherer non solo fondarono l’associazione di artisti la notte di Capodanno del 1924 a Castel San Pietro, nel Mendrisiotto, ma dipinsero regolarmente in questa regione del Ticino. Ne è un esempio il dipinto “Der Mann in den Reben” (L’uomo nella vigna) di Camenisch. Dato il marcato riferimento al Ticino, si ipotizza addirittura che il nome del gruppo Rot-Blau possa riferirsi ai colori dello stemma ticinese, rosso blu appunto in italiano.

Una lettera del 15 maggio 1923 a Wilhelm Schwarzmann, residente nel cantone, dimostra che Kirchner aveva nostalgia del Ticino. In essa, chiede all’amico di cercargli una casetta a Locarno o nei dintorni: “Ho un grande desiderio di stare in un clima mite e i tuoi racconti hanno accresciuto ancora di più questo desiderio”.

Tuttavia, ciò non si concretizzò mai. Kirchner, che si era trasferito a Davos nel 1923 traumatizzato dalla Prima guerra mondiale e indebolito dall’abuso di droghe e alcol, a partire dal 1934 divenne sempre più psicolabile.

Il gruppo Rot-Blau si sciolse nel 1927, dopo che Müller morì di febbre tifoidea in Ticino alla fine del 1926 e Scherer a metà maggio del 1927. La morte di Müller fu un colpo particolarmente duro per Kirchner, che descrisse l’allievo basilese come suo “unico amico”.

Dopo che i nazisti confiscarono oltre 600 dipinti di Kirchner nel 1937 e imposero l’annessione dell’Austria nel 1938, l’artista distrusse diverse opere e si tolse la vita nei pressi di Davos il 15 giugno. Proprio nella località grigionese sorge oggi il Museo Kirchner, a lui dedicato.

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