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Jordan (BNS): il rischio UBS va accettato

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Il presidente uscente della direzione generale della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan è favorevole al mantenimento di una piazza finanziaria internazionale di primo piano nella Confederazione.

Ma per farlo, avverte pensando a UBS, bisogna accettare il rischio legato alle banche di importanza sistemica e operanti su scala globale.

La sfida consiste nel definire un pacchetto completo di misure di riduzione del rischio per UBS che permetta alla banca di operare con successo dalla Svizzera, dichiara Jordan in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Neue Zürcher Zeitung. È necessario migliorare le opzioni di liquidazione e apportare adeguamenti a livello di capitale, aggiunge, sottolineando che la BNS sostiene le misure proposte dal Consiglio federale.

È necessario evitare un cambiamento fondamentale del sistema, come l’assunzione da parte della Banca nazionale della vigilanza sugli istituti di credito, afferma il 61enne, ribadendo che è importante che la banca centrale elvetica rimanga indipendente. “Se la BNS fosse responsabile della vigilanza sulle banche, i rischi della sua politicizzazione e della sua perdita di indipendenza aumenterebbero, con possibili ripercussioni negative a lungo termine sulla politica monetaria”.

“Strumenti non convenzionali”

Come esempio, cita il recente passato, con un’inflazione relativamente bassa in Svizzera, che ha dimostrato quanto sia preziosa “una politica monetaria indipendente”.

Come noto, Jordan lascia il suo incarico a fine settembre, dopo dodici anni alla guida della banca centrale svizzera. Ha lavorato per la BNS per oltre 27 anni. “Non c’è mai stato un momento nella storia in cui la BNS abbia dovuto condurre la politica monetaria con mezzi non convenzionali per così tanto tempo”, afferma.

Il suo successore sarà l’attuale vicepresidente della direzione generale della BNS Martin Schlegel.

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