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Italia: intervento con una colla acrilica salva vita a neonata

Keystone-SDA

Per la salvare la vita a una neonata è stata usata una colla.

(Keystone-ATS) È successo a Torino, dove l’abbinamento fra le tecnologie del XXI secolo e i vecchi rimedi di una volta ha risolto il drammatico caso di una piccina affetta da una gravissima malformazione vascolare al fegato. Il complesso degli interventi è stato effettuato nella sala di emodinamica dell’ospedale infantile Regina Margherita.

La lesione, diagnosticata prima della nascita, produceva una specie di cortocircuito nella circolazione del sangue, che andava e veniva dal cuore senza nutrire una serie di organi. Per riparare la malformazione bisognava innanzitutto arrivarci, attraversando i minuscoli vasi sanguigni della bimba (l’aorta, che è il più grande, ha un diametro massimo di qualche millimetro). I medici, con una procedura innovativa, si sono serviti di speciali cateteri. A quel punto, però era necessario otturare il canale in qualche modo: con le debite proporzioni, era come sbarrare un fiume in piena. Ed è qui che è entrata in gioco la colla. Si tratta di un preparato per uso chirurgico che, come spiegano alla Città della Salute, è in tutto e per tutto simile all’Attak: “Emana pure lo stesso odore”. Il professor Mauro Bergui, responsabile della Neuroradiologia interventistica, è conosciuto nell’ambiente come uno dei pochi specialisti in tutta Europa che ancora la usano. E lui ci scherza sopra: “Ho quasi 62 anni, sono un boomer e mi servo di soluzioni da boomer”.

La colla, trattata con sostanze specifiche, è prodotta da un’azienda italiana. È considerata molto efficace, ma difficile da maneggiare e non esente da rischi. Nel caso della bimba, però, alla Città della Salute avevano concluso che non c’era altro modo.

Gli operatori di una folta equipe multidisciplinare degli ospedali Regina Margherita e Molinette sono intervenuti in due occasioni, a 6 e 13 giorni di vita della neonata. L’effetto è stato immediato. La pressione si è alzata, il polmone si è decongestionato e reni, fegato e cervello hanno ripreso ad essere irrorati normalmente. La piccola ha ripreso a respirare da sola, è ricoverata in rianimazione e ‘per la prima volta può guardare al futuro con una prospettiva di crescita normale’.

“Una storia a lieto fine – è il commento di Livio Tranchida, direttore generale della Città della Salute – che ancora una volta diventa esempio delle nostre eccellenze multidisciplinari. Ringrazio i nostri professionisti che, in una situazione disperata, hanno reso possibile ciò che non sembrava più esserlo”.

Quanto alla colla, Bergui confida di riuscire a passare il testimone: ‘Viene dal secolo scorso e i giovani non la vogliono usare, ma spero di convincerne qualcuno. Funziona bene’.

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