Intelligenza artificiale: “non sarà ecatombe impieghi nelle PMI”
(Keystone-ATS) Ecatombe di posti di lavoro a causa dell’intelligenza artificiale (IA)? Al momento i timori appaiono esagerati, perlomeno nell’ambito delle piccole e medie aziende (PMI) svizzere, secondo uno studio pubblicato ieri dall’assicuratore Axa.
Oltre la metà delle imprese intervistate (55%) dichiara di incorporare l’IA nei propri processi. Un terzo di queste si trova ancora in una fase di sperimentazione e se ne avvale solo per determinati progetti oppure su iniziativa personale dei collaboratori. Circa un quinto (22%) inserisce invece già consapevolmente la nuova tecnologia nei propri processi aziendali; fra queste, un 6% la utilizza in tutti i settori di attività, mentre il 16% vi ricorre solo per determinati progetti.
Approfondendo il discorso, emerge che gran parte delle società utilizza l’intelligenza artificiale prevalentemente per attività di comunicazione e scrittura: il 48% si avvale di software per le traduzioni, il 40% utilizza l’IA per la corrispondenza, ad esempio per accelerare o semplificare la redazione di mail e lettere. “In questo campo le applicazioni possono apportare un chiaro valore aggiunto e integrarsi in maniera relativamente facile nei processi operativi esistenti”, afferma Kathrin Braunwarth, responsabile tecnologia e innovazione presso Axa Svizzera, citata in un comunicato. “In un paese multilingue come la Svizzera, con un’economia fortemente interconnessa con l’estero e dove vi è sempre l’esigenza di tradurre testi, mail e presentazioni in varie versioni, l’IA si rivela un aiuto prezioso”.
Uno degli effetti più temuti dell’intelligenza artificiale è la perdita di posti di lavoro, ipotizzando che si possano automatizzare determinati compiti oggi affidati alle persone: si tratta in particolare di operazioni ripetitive, con elevato grado di standardizzazione. Ma le paure appaiono esagerate, se si pensa che oltre metà (53%) delle aziende interpellate segnala di non avere ancora avvertito effetti sull’operatività. Se circa un quarto (27%) degli intervistati ritiene che l’IA consenta di ridurre le tempistiche di lavoro, un quinto pensa che al momento l’implementazione comporti maggiori oneri di quanti non ne elimini.
Spostando la prospettiva ai prossimi due anni, le PMI che ipotizzano una riduzione dei carichi di lavoro sono molte di più (43%) rispetto a quelle convinte che invece vi sarà un aggravio (20%). Ma anche in questo caso emergono differenze, in particolare in funzione del settore di attività. Non sorprende che sia soprattutto il ramo della comunicazione (67%) a prevedere notevoli risparmi di tempo.
“Poiché attualmente l’intelligenza artificiale viene utilizzata soprattutto per traduzioni e corrispondenza, è lecito pensare che saranno le aziende del settore comunicazione e media a trarne il massimo profitto: ma anche gli operatori gli operatori informatici, per evidente affinità con la materia, sono naturalmente destinati a beneficiare degli strumenti IA nel campo dell’analisi dati e della programmazione”, afferma Michael Hermann di Sotomo, società che ha condotto il sondaggio per Axa. “Anche nei settori industria (59%), ramo manifatturiero (53%) e commercio (47%) circa la metà delle aziende si aspetta di velocizzare il lavoro ricorrendo alle applicazioni IA. In generale prevale comunque chi ritiene che il prossimo futuro porterà vantaggi in termini di tempistiche di lavorazione.
Malgrado le riduzioni dei tempi di lavoro sono in netta minoranza le PMI che ritengono probabili tagli al personale. Le aspettative di perdite di posti di lavoro sono più elevate nel settore manifatturiero (22%), nel commercio (18%) e nell’industria (14%). In questi campi la quota di lavori standardizzabili, come produzione, smistamento e logistica, è relativamente elevata, il che spiega l’elevato potenziale di razionalizzazione. È interessante rilevare come nel settore informazione e comunicazione, che probabilmente vedrà le maggiori accelerazioni a livello operativo, solo il 7% delle PMI ipotizzi tagli al personale.
“Sebbene l’IA trovi oggi applicazione soprattutto nella comunicazione, pare che l’intervento dell’intelligenza artificiale in ambito traduzioni o corrispondenza, ad esempio, si sostanzi più in una funzione di supporto che non di reale sostituzione”, osserva Braunwarth. “Il settore informatico beneficia fortemente delle possibilità di riduzione dei tempi di lavoro, in quanto il personale può cedere compiti laboriosi e in parte anche gravosi alle applicazioni IA. Al momento pare che l’intelligenza artificiale semplifichi i processi, più che distruggere posti di lavoro”, conclude l’esperta.