Inferno di fuoco nell’ovest ucraino, strage a Ternopil
L'ennesima offensiva notturna dei russi condotta dal cielo stavolta ha preso di mira l'Ucraina occidentale, con una potenza di fuoco vista raramente in questa parte del Paese.
(Keystone-ATS) A sconvolgere è anche il bilancio delle vittime, almeno 25 morti inclusi bambini, e decine di feriti nella sola città di Ternopil, che ha registrato anche ingenti danni agli edifici residenziali. Un attacco in piena regola alle porte dell’Europa, che ha costretto i caccia di Polonia e Romania ad alzarsi in volo per proteggere lo spazio aereo.
Il messaggio di Vladimir Putin dopo questo massiccio blitz sembra chiaro: finché Volodymyr Zelensky continuerà a resistere, mobilitando i partner occidentali nell’assistenza militare a Kiev, e finché lo zar non otterrà la pace alle sue condizioni, trattando direttamente con la Casa Bianca, tutta l’Ucraina resta un bersaglio.
Le regioni di Leopoli, Ivano-Frankivsk e Ternopil, solitamente risparmiate dagli attacchi per la loro distanza dalle linee del fronte nel Donbass, hanno vissuto una notte da incubo. Oltre 470 droni e 47 missili sono stati lanciati dai russi, ha riferito Zelensky, denunciando una “distruzione significativa”. A pagare il prezzo più caro il capoluogo di Ternopil, di circa 200mila abitanti. Un video condiviso dal presidente ucraino ha mostrato uno di due blocchi di appartamenti completamente crollato, con colonne di fumo uscire dalle finestre e piccoli incendi all’esterno del palazzo. Tra le macerie sono stati recuperati 25 corpi senza vita, 3 di bambini, mentre sono almeno 90 i feriti, mentre alcuni media locali hanno parlato di “persone bruciate vive”.
L’amministrazione regionale ha esortato i residenti a rimanere in casa e a tenere le finestre chiuse a causa dei livelli di cloro nell’aria “sei volte” superiori alla norma. Secondo l’esercito la città è stata colpita da dieci missili da crociera. Negli altri oblast presi di mira sono stati registrati danni a impianti energetici, trasporti e infrastrutture civili. Kiev ha fatto sapere che solleverà la questione alla prossima riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
L’allerta è scattata anche in Romania e Polonia, i partner NATO più esposti in questo fianco dell’Europa. Bucarest ha attivato i caccia per un’incursione di droni, anche se non sono stati segnalati impatti di velivoli al suolo, come era accaduto in precedenti raid russi.
Varsavia, oltre a far decollare i jet, ha chiuso temporaneamente gli aeroporti di Rzeszow e Lublino nel sud-est. Nella capitale polacca si fanno ancora i conti con il recente sabotaggio alle linee ferroviarie che si sospetta sia un atto della guerra ibrida di Mosca. Per questo motivo diecimila soldati sono stati schierati per proteggere le infrastrutture ed è stato chiuso l’ultimo consolato russo nel Paese. “I nostri nemici potrebbero considerare le notti invernali più lunghe e il Natale il momento più opportuno per colpirci”, ha avvertito il capo di stato maggiore Wiesław Kukuła.
I bombardamenti sull’Ucraina occidentale sono scattati il giorno dopo che le forze armate di Kiev hanno dichiarato per la prima volta di aver lanciato missili Atacms a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti contro obiettivi militari all’interno della Russia. E al termine di un tour diplomatico di Zelensky in Europa, che ha prodotto soprattutto l’impegno a lungo termine di Parigi a blindare la difesa ucraina con sistemi anti-aerea e cento caccia Rafale.
Putin, al contrario, considera la riduzione l’esercito ucraino come una condizione chiave per arrivare alla pace, insieme alla rinuncia di alcuni territori, come è emerso in un piano elaborato da Donald Trump che gli USA starebbero discutendo direttamente con Mosca.
E sul fronte dei negoziati i segnali per Kiev non sono incoraggianti: Zelensky, volando ad Ankara, non ha trovato l’inviato USA Steve Witkoff, vedendosi costretto ad affidare tutte le sue speranze di mediazione soltanto a Recep Tayyp Erdogan.