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Incidente choc in Spagna, morti Diogo Jota e il fratello

Keystone-SDA

Tronconi di guardrail divelti a un centinaio di metri e una carcassa capovolta della Lamborghini Huracan, ridotta a un nero ammasso informe.

(Keystone-ATS) È quello che resta al km 65 dell’A-52 vicino Zamora, nel nord della Spagna, sulla scena dello schianto costato la vita all’attaccante del Liverpool e della nazionale portoghese, Diogo Jota, 28 anni, e al fratello minore André, 26, calciatore del Penafiel, che trascorreva con lui le vacanze in Spagna.

Poco dopo la mezzanotte l’auto sulla quale viaggiavano ha perso il controllo per lo scoppio di uno pneumatico posteriore durante un sorpasso. È uscita di strada e ha preso fuoco, avvolgendo nelle fiamme anche la vegetazione circostante, secondo la ricostruzione della guardia civile. Che segnala, come causa dell’incidente, un possibile eccesso di velocità, rispetto al limite previsto di 120 km/h.

Per i due fratelli non c’è stato nulla da fare. I decessi sono stati confermati sul posto dai vigili del fuoco e dai soccorsi. Seppure, a causa dei danni causati sui corpi dalle fiamme, le vittime sono state trasferite all’Istituto anatomo-forense per l’identificazione mediante il Dna. Tutto distrutto in pochi secondi. Per Diogo, anche il sogno del matrimonio coronato appena 12 giorni fa con la sua fidanzata di sempre, Rute Cardoso, in una cerimonia a Oporto, in Portogallo, condivisa da loro stessi sui social nelle immagini che li ritraggono raggianti. L’attaccante dei Reds lascia oltre alla moglie i loro tre bambini, Denis di 4 anni, Duarte di 2 e l’ultima nata pochi mesi fa, a novembre.

Diogo avrebbe cominciato la preparazione con il Liverpool per la prossima stagione, dopo l’ultima settimana di vacanza trascorsa anche con il fratello André Teixeira da Silva, calciatore nel club di seconda divisione portoghese, al quale era molto legato. E col quale era cresciuto calcisticamente nel paese d’origine, giocando con il Gondomar, prima di trasferirsi, giovanissimo nel 2016, all’Atletico di Madrid.

Una tragedia che ha choccato tutto il mondo dello sport. “Oggi il calcio portoghese è assolutamente devastato. Siamo tutti a lutto”, ha detto il presidente della Federcalcio lusitana, Pedro Proença. Diogo Jota era un talento della sua generazione: attaccante versatile, capace di ricoprire il ruolo di ala sinistra e di punta, si distingueva per velocità, resistenza e una notevole tecnica individuale. Dopo il breve passaggio all’Atletico e il prestito al Porto, aveva iniziato la sua avventura in Inghilterra con la maglia del Wolverhampton nel 2017, diventando subito uno dei giocatori chiave per la promozione alla Premier dei Wolves.

Nel 2019, la sua tripletta contro il Leicester lo rese il primo portoghese a segnare tre gol in una partita di Premier League dai tempi di Cristiano Ronaldo. “Non ha senso”, ha scritto il fuoriclasse portoghese che condivideva con lui la maglia della nazionale e che poche settimane fa aveva vinto con lui la Nations League.

Dal 2020 il trasferimento nel Liverpool – per 45 milioni di euro – dove Jota si è subito imposto, realizzando anche il gol numero 10’000 nella storia dei Reds in Champions League e una tripletta contro l’Atalanta. Autore di 63 gol in Premier in 190 partite, col Liverpool ha vinto 5 trofei – due Coppe di Lega, una FA Cup e un Community Shield – oltre all’ultima Premier del 2025.

Ha, inoltre, rappresentato il Portogallo in tutte le categorie giovanili, fino a debuttare con la nazionale nel 2019, conquistando due Uefa Nations League. Aveva giocato l’ultima partita con la selezione l’8 giugno nella finale di Nations League contro la Spagna. L’ultima vittoria col suo amato Portogallo.

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