In vigore i ‘dazi reciproci’ Usa su 60 Paesi, Cina al 104%

Gli Stati Uniti impongono da oggi una nuova ondata di tariffe contro decine di partner commerciali, con il presidente Donald Trump che ha preso di mira soprattutto la Cina.
(Keystone-ATS) I nuovi ‘dazi reciproci’ sono personalizzati nei confronti di circa 60 economie – tra cui quella svizzera – e sostituiscono quelli di base entrati in vigore sabato.
I nuovi livelli variano dall’11 al 50% – al 31% per la Svizzera -, con la rappresaglia diretta contro Pechino che porterà l’aliquota al tetto sorprendente 104%.
I dazi voluti dal presidente statunitense Donald Trump su decine di economie sono entrati in vigore, intensificando la temuta guerra commerciale globale, alle 00:01 di Washington (6:01 in Svizzera). La Cina, il principale rivale economico e strategico Usa ma anche un importante partner commerciale, è la più colpita con aliquote aggregate salite al 104%, frutto del 20% precedentemente imposto, di un ulteriore 34% e di un aumento dell’ultimo minuto del 50% firmato da Trump ieri sera dopo che Pechino non ha ritirato le sue controtariffe al 34% in vigore da domani.
Il tycoon ha dichiarato ieri di lavorare a “accordi su misura” con i partner commerciali, e la Casa Bianca ha affermato che avrebbe dato priorità ad alleati come Giappone e Corea del Sud. Argentina, Vietnam e Israele sono altri Paesi che si sono offerti di negoziare in tempi rapidi. Ma Pechino non ha mostrato segnali di cedimento, promettendo di combattere una guerra commerciale “fino alla fine” anche con le relative contromisure pur di difendere i propri interessi.
L’inquilino della Casa Bianca ha insistito sul fatto che la palla fosse nel campo della Cina, affermando che Pechino “vuole assolutamente raggiungere un accordo, ma non sa come avviarlo”. Parlando ieri sera, Trump ha anche anticipato che gli Stati Uniti avrebbero annunciato un’importante tariffa sui prodotti farmaceutici “a breve”.
Il tycoon è convinto di poter in questo modo rivitalizzare la base manifatturiera americana, costringendo le aziende a trasferirsi negli Stati Uniti.