In città gli alberi sbagliati possono peggiorare l’aria
(Keystone-ATS) Il verde urbano è importante, ma alcune piante possono peggiorare la qualità dell’aria: le querce producono ad esempio alcune sostanze che reagiscono con l’azoto prodotto dalle auto e possono trasformarsi in ozono, molecola che facilita bronchite e asma.
A dirlo è uno studio di ricercatori della Columbia Climate School, guidati da Dandan Wei, che ha analizzato in particolare la situazione nella città di New York.
“Siamo tutti a favore di piantare più alberi perché portano così tanti benefici ma se non stiamo attenti rischiamo di peggiorare la qualità dell’aria”, ha detto Róisín Commane, una delle autrici dello studio. Una sorpresa che arriva da un approfondito studio sulle possibili interazioni tra le sostanze chimiche emesse dalle foglie degli alberi e quelle immesse nell’aria dall’attività umana, come lo smog di auto e impianti di riscaldamento domestici.
È noto già da tempo che alcune piante, tra queste in particolare le querce, rilasciano una molecola denominata isoprene, un prodotto di scarto della fotosintesi che di per sé non è un problema ma che se si combina invece con gli ossidi di azoto, i cosiddetti Nox, può generare ozono. Questa molecola che è considerata una dei fattori scatenanti alcune patologie come la bronchite cronica o l’asma.
Analizzando in particolare la situazione di New York, i ricercatori hanno osservato che le querce rappresentano il 18% di tutti gli alberi e alla luce anche dei cambiamenti climatici stimano che la presenza di ozono prodotto da un mix di Nox e isoprene potrebbe aumentare fino al 140% nei prossimi decenni.
Per questo, affermano i ricercatori, sarebbe importante valutare con attenzione quali nuovi alberi piantare nei prossimi anni e verificare prima di tutto eventuali effetti avversi come questi. “Non vogliamo però trasmettere l’idea che siano gli alberi a inquinare l’aria. Sono le auto”, ha specificato Wei. “Se abbassassimo significativamente gli Nox, gli alberi non sarebbero un problema”.