In Amazzonia Flottilla contro lo sfruttamento dei fiumi
Una flottiglia composta di circa 200 imbarcazioni ha sfilato nello specchio d'acqua davanti alla città di Belém - dove è in corso la COP30 - per denunciare lo sfruttamento dei fiumi amazzonici e l'impatto dell'espansione del settore agricolo sulla foresta.
(Keystone-ATS) La navigazione collettiva ha segnato l’apertura del vertice dei popoli indigeni e dei movimenti sociali che si svolge in parallelo alla COP, come spazio di protesta e confronto sulle politiche ambientali globali.
La flottiglia, secondo gli organizzatori, vuole “mostrare la forza dei popoli” e proporre alternative sostenibili come l’agroecologia. “Il settore agricolo vuole trasformare il Brasile in una grande piantagione”, ha dichiarato ai media locali il coordinatore dell’Alleanza Basta Soia, Pedro Charbel, ricordando che il Paese è oggi il primo produttore mondiale della leguminosa, coltivata su oltre 47 milioni di ettari.
Alla manifestazione hanno preso parte piroghe, velieri, piccole lance e grandi traghetti. In testa, il ferry Imperatriz, con a bordo un gruppo di leader indigeni, attivisti e pescatori provenienti da Sinop, la “capitale della soia” brasiliana, che hanno scandito cori contro i progetti del governo di usare i fiumi amazzonici per il trasporto agricolo. Tra danze rituali del popolo Kayapó e canti in lingua nativa, l’Imperatriz ha percorso centinaia di chilometri fino a Belém, incrociando lungo il tragitto decine di chiatte cariche di soia dirette verso l’oceano.