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Il primo compleanno da Papa, i 70 anni di Leone XIV

Keystone-SDA

Domani Papa Prevost compirà 70 anni e un Papa di quest'età non si vedeva da oltre trent'anni. Tra i primi auguri che sono arrivati sulla sua scrivania ci sono i disegni dei bambini ricoverati al Bambino Gesù.

(Keystone-ATS) Coloratissimi, affettuosi e soprattutto carichi di speranza per quella pace invocata da Papa Leone fin dal primo istante della sua elezione, l’8 maggio.

Bisogna infatti risalire ai 70 anni di Wojtyla nel 1990, perché sia Benedetto XVI che Francesco sono saliti sul soglio di Pietro con qualche anno in più. E Prevost, in questi quattro mesi di pontificato, ha mostrato tutta la sua energia, a partire dalla sua agenda sempre strapiena e anche da una tenuta fisica propria degli sportivi, quale lui è.

Oltre ai piccoli malati dell’ospedale pediatrico romano, gli auguri stanno arrivando un po’ da tutto il mondo. Sembra che, a chi si sia mosso con grande anticipo, abbia detto con un sorriso, e forse con un po’ di scaramanzia, che c’era ancora tempo e che comunque non aveva problemi ad accettare, più che i regali, una novena di preghiera. Un battuta scherzosa che rientra però nel carattere schivo e timido, almeno apparentemente, di questo Papa.

Domani, 14 settembre, dovrebbe essere una normale domenica di ‘lavoro’ per il Papa con l’Angelus alle 12 in Piazza San Pietro e la prevista celebrazione a San Paolo alle 17. Ma a fargli gli auguri, a partire dalla numerosa comunità peruviana presente a Roma, potrebbe essere la stessa gente che ha già deciso in questa occasione di recarsi in Vaticano per la preghiera mariana delle 12. Un momento per porgergli gli auguri potrebbe esserci anche alla fine della celebrazione ecumenica a San Paolo fuori le Mura. Come anche non è da escludersi un pranzo con i confratelli agostiniani che abitano a pochi metri dalla sua casa al Sant’Uffizio, anche se un incontro più formale con loro potrebbe esserci all’inizio della settimana, a seguito dell’elezione, qualche giorno fa, del nuovo priore, padre Joseph Farrell.

Nei messaggi di auguri che stanno già arrivando si sottolinea questo desiderio di pace che Prevost l’8 maggio definì “disarmata e disarmante”. Da allora in questi quattro mesi sono stati già decine gli appelli per porre fine ai conflitti in corso; inoltre ha offerto a tutti il Vaticano come sede per “guardarsi negli occhi”, a partire dai russi e gli ucraini; ha invocato la fine della guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Dietro le quinte c’è poi il delicato lavoro diplomatico con le “continue” telefonate, come lui stesso ha rivelato, con i leader della terra.

Nella Chiesa sta operando un lavoro di unità tra le diverse anime: e se dunque ha incoraggiato il pellegrinaggio della comunità Lgbt per il Giubileo, pur non tenendo un’udienza specifica con loro, dall’altra parte ha teso una mano ai conservatori, riaprendo la possibilità di celebrare, ad ottobre, una messa tradizionalista proprio nella basilica di San Pietro.

Sta studiando le prime visite apostoliche: si parla da tempo di un possibile viaggio in Turchia e Libano per la fine dell’anno ma dovrebbe essere il 2026 l’anno dei viaggi più impegnativi. E’ in via di pubblicazione poi il suo primo documento ufficiale: una Esortazione Apostolica sui poveri che potrebbe arrivare tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Si tratterebbe di un lavoro avviato da Francesco che lui ha deciso di portare a compimento. D’altronde resta un filo rosso con i suoi predecessori, che cita in tutti i suoi discorsi, da Bergoglio a Wojtyla, da Montini a Ratzinger. Ma si attende per il 2026 anche la sua prima enciclica che dovrebbe essere dedicata all’intelligenza artificiale, la ‘Rerum Novarum’ di questi tempi, dopo quella di Leone XIII al quale si è ispirato per la scelta del nome.

E poi in questi primi quattro mesi non è mancata la ‘carezza’ ai suoi dipendenti, compresi quelli delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo. L’ultimo atto, in ordine di arrivo, oggi: la norma che agevola l’assunzione dei disabili.

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