Il Dalai Lama festeggia i suoi 90 anni nell’esilio indiano

Circondato da migliaia di fedeli nonostante una pioggia monsonica battente e omaggiato da molti leader mondiali, il quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, Nobel per la pace, ha celebrato in esilio in India i suoi 90 anni
(Keystone-ATS) Lanciando messaggi di pace, il festeggiato ha confermato che alla sua morte, “spero tra 30 o 40 anni”, ci sarà un nuovo leader reincarnato. Una predizione che sfida la Cina di Xi Jinping che continua a sostenere che i circa 500 milioni di buddisti presenti sul pianeta debbano avere un capo religioso “approvato” da Pechino.
Bastava dare uno sguardo alla folla radunata nel cortile principale di Tsuglagkhang, il tempio del Dalai Lama a Dharamshala in India, la nuova patria dei tibetani in esilio, per capire che così non sarà.
Numerosi i leader mondiali e le celebrità presenti alla festa, tra cui l’attore Richard Gere, fervente buddista e amico personale del Dalai Lama.
Tra i messaggi di auguri, quello del segretario di Stato americano Marco Rubio che già ieri assicurava che gli Stati Uniti “sostengono gli sforzi dei tibetani nello scegliere i loro leader religiosi senza interferenze”.
Videomessaggi sono giunti da tre ex presidenti degli USA – Bill Clinton, Barack Obama e George W. Bush: “Sono grato per i vostri instancabili sforzi per costruire un mondo migliore, più gentile e più compassionevole”, ha detto Clinton nel suo messaggio, mentre Obama lo ha definito “il più giovane novantenne”. Bush ha affermato che lo “spirito di gentilezza, compassione e amore” del Dalai Lama è più che mai necessario
Leader politici e personalità di spicco provenienti dall’India e dall’estero hanno partecipato all’evento a Dharamsala, altri hanno inviato loro messaggi da leggere durante la cerimonia.
Tra questi anche il presidente di Taiwan, isola rivendicata dalla Cina, Lai Ching-te: “In questa speciale occasione, esprimiamo il nostro profondo apprezzamento per la tua dedizione alla pace e ai diritti umani, valori che risuonano profondamente a Taiwan – ha scritto su X -. Che tu possa continuare a illuminare il mondo con compassione e saggezza”.
Anche il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso i suoi più sentiti auguri al Dalai Lama definendolo “un simbolo duraturo di amore, compassione, pazienza e disciplina morale”.
Lui, Tenzin Gyatso, è arrivato alla festa vestito con abiti tradizionali e con un ampio mantello giallo, camminando con l’aiuto di due monaci e, sorridendo divertito, ha assistito a spettacoli teatrali di danza con cimbali e cornamuse prima dell’inizio delle preghiere.
In un messaggio per l’occasione, il primo suo compleanno che ha voluto festeggiare, si è detto “un semplice monaco buddista” e che “è l’amore delle persone” ad ispirarlo nel “servire tutti gli esseri senzienti al meglio delle mie capacità”.
Il “soft power” predicato e praticato dai buddisti, la forza non violenta strumento della politica estera tibetana, “non potrà mai essere sottomesso da forze ostili accecate dall’ignoranza”, ha sottolineato intanto il Kashag, il governo tibetano in esilio, commentando il divieto della Cina ad ogni celebrazione religiosa in Tibet.