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Il 20% del Donetsk e la sicurezza, i nodi irrisolti

Keystone-SDA

Cinque ore e nessun accordo. L'incontro a Mosca di Steve Witkoff e Jared Kushner con il presidente russo Vladimir Putin si è risolto senza alcun compromesso.

(Keystone-ATS) Le parti si sono confrontate sulle proposte frutto delle trattative serrate fra gli Stati Uniti, l’Ucraina e gli alleati europei. Ma le posizioni di Kiev e Mosca restano distanti e i nodi da sciogliere ancora molti, soprattutto – e su questo non c’è accordo – per quanto riguarda la questione dei territori contesi.

Per Volodymyr Zelensky e i suoi alleati l’integrità territoriale è un principio irrinunciabile, così come per Putin è la rinuncia dell’Ucraina a entrare nella Nato. Temi spinosi sui quali le trattative proseguono e che avranno un impatto sul futuro contesto di sicurezza all’interno del quale l’Ue si troverà a operare.

IL 20% DEL DONETSK E I TERRITORI

La Russia preme per il riconoscimento dei territori annessi, incluse aree che non ha ancora conquistato come il 20% della regione del Donetsk. Mosca insiste anche sul riconoscimento legale e non solo de facto di Crimea e Donbass come territori russi da parte della comunità internazionale. Kiev si oppone ritenendo che il riconoscimento violerebbe il principio di integrità territoriale e sovranità. “I confini non possono essere modificati con la forza”, ripete da tempo Zelensky.

La proposta iniziale di Trump prevedeva il riconoscimento de facto alla Russia di Crimea, Luhansk e Donetsk, e il congelamento lungo la linea di contatto del Kherson e Zaporizhzhia. Nella controproposta europea si prevede che Kiev si impegna a non recuperare il proprio territorio sovrano occupato con mezzi militari.

LE GARANZIE DI SICUREZZA

Il piano di Trump conteneva una struttura di garanzie di sicurezza per Kiev sulla carta, fatta soprattutto di impegni. L’Ue ha rilanciato chiedendo “solide garanzie di sicurezza giuridicamente vincolanti”, con un accordo simile all’articolo 5 della Nato per prevenire future aggressioni. Il piano europeo chiede inoltre un esercito ucraino di 800.000 uomini contro i 600.000 previsti dal presidente americano.

LA NATO

L’Alleanza Atlantica è un altro tema di scontro e Mosca ha ammesso che la questione dell’adesione dell’Ucraina all’Alleanza “è una delle questioni chiave”. Il piano di Trump prevedeva che Kiev sancisse nella sua costituzione che non avrebbe aderito alla Nato e la Nato, a sua volta, includesse nel suo statuto che l’Ucraina non sarebbe stata ammessa in futuro. Per l’Europa, invece, l’ingresso di Kiev nell’Alleanza dipende dal consenso dei membri della Nato, che per ora non c’è.

ASSET RUSSI

Per l’Ucraina e gli europei è un punto dirimente: Kiev deve essere completamente ricostruita e risarcita finanziariamente, anche attraverso gli asset russi congelati. A Bruxelles c’è la volontà di andare avanti sui beni russi congelati anche se il piano americano prevedeva che agli asset russi andassero affiancati 100 miliardi dall’Ue. E a beneficiare per il 50% della ricostruzione post-guerra sarebbero state le imprese statunitensi.

ELEZIONI E SOVRANITÀ

Gli americani e gli europei sono d’accordo sulla sovranità di Kiev, in quello che è considerato uno smacco a un Putin convinto che l’Ucraina non sia uno stato reale e sia parte della Russia. Sulle elezioni, invece, ci sono delle differenze fra gli Stati Uniti e l’Europa: Trump nel suo piano ha stabilito che l’Ucraina dovrebbe andare al voto dopo 100 giorni. La controproposta europea, invece, parla di elezioni il prima possibile dopo la firma dell’accordo di pace.

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