Hodler e Franzoni dialogano in una mostra al MASI di Lugano

Il Museo d'arte della Svizzera italiana (MASI) di Lugano accosta in una nuova esposizione Ferdinand Hodler al pittore ticinese Filippo Franzoni. Sebbene diversi come artisti, i due coltivarono un'amicizia che andava oltre la semplice collaborazione pittorica.
(Keystone-ATS) Finora Franzoni (1857-1911) non era molto noto internazionalmente, e a torto – ha detto il direttore del MASI Tobia Bezzola oggi davanti ai media. È a lui e al più famoso pittore elvetico del 19esimo secolo che il museo luganese dedica la mostra “Ferdinand Hodler – Filippo Franzoni. Un sodalizio artistico”.
Nato a Locarno e formatosi all’Accademia di Brera a Milano, Franzoni arrivava da un mondo completamente diverso da quello di Hodler (1853-1918), ha spiegato la curatrice Cristina Sonderegger. Mentre il più famoso dei due proveniva da un ambiente umile, Franzoni è cresciuto come figlio di un avvocato e di una nobildonna dei circoli intellettuali milanesi.
Paesaggi delicati nell’opera di Franzoni
Sebbene i loro soggetti siano spesso simili – qui la faggeta, là il Bosco Isolino nei pressi di Locarno – i dipinti dei due artisti sono anche molto diversi. Mentre quelli di Hodler sono caratterizzati da luce e linearità, quelli di Franzoni sono delicati e malinconici. Nelle sue opere, le figure si fondono con i paesaggi e questi ultimi con il cielo.
Nella mostra, suddivisa in cinque sale, le opere degli artisti, alcune delle quali meno conosciute, sono esposte su pareti opposte. La più grande differenza fra i due pittori si riscontra in particolare nei ritratti e negli autoritratti. Lo sguardo incerto, quasi ansioso, di un autoritratto di Franzoni rivela il suo sguardo interiore. Al contrario, gli (auto)ritratti di Hodler appaiono più chiari e forse anche più distanti.
Nel 1895, Hodler e Franzoni hanno vinto insieme il secondo premio al 10° Concours Calame, un concorso ginevrino per artisti. Hodler ha ricevuto il premio per “Il Lago Lemano visto da Chexbres” Franzoni per “Delta della Maggia”. L’artista ticinese muore 16 anni dopo, in circostanze sconosciute, alla clinica psichiatrica di Mendrisio.