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Harvard rinuncia alla proprietà di dagherrotipi di schiavi

Keystone-SDA

Harvard ha accettato di rinunciare alla proprietà di fotografie che ritraggono un padre e sua figlia, entrambi schiavi, fotografati nel 1850 per uno studio razzista condotto da un professore svizzero che voleva dimostrare la superiorità della razza bianca.

(Keystone-ATS) La decisione è stata presa per risolvere un’azione legale intentata da una loro discendente. L’accordo, che chiude una battaglia in tribunale di sei anni, è stato annunciato mercoledì dal team di avvocati che rappresenta Tamara Lanier, secondo cui Harvard aveva rivendicato illegittimamente la proprietà di immagini scattate senza il consenso dei suoi antenati.

Per dimostrare la superiorità della razza bianca – e l’inferiorità a suo giudizio degli afro-americani – oltre 170 anni fa il biologo svizzero Louis Agassiz, che svolse gran parte della sua attività di ricercatore ad Harvard, aveva immortalato nudi gli schiavi Renty e Delia, i corpi emaciati segnati dalle frustate. Harvard aveva la proprietà dei dagherrotipi e nonostante un decennio di richieste da parte di Lanier, di cui Renty era il quadrisavolo, per anni non aveva voluto mollare la presa.

Renty era stato imprigionato in Congo e, secondo la tradizione orale, aveva imparato a leggere da solo in barba al divieto delle leggi statali e insegnava in segreto ad altri sventurati come lui in una piantagione di cotone del South Carolina. Assieme a Delia e ad altri cinque schiavi, fu costretto a spogliarsi per essere fotografato nel 1850 in uno studio fotografico di Columbia, poco lontano dalla piantagione, per uno studio pseudoscientifico che avrebbe dovuto dimostrare la loro inferiorità rispetto ai bianchi.

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