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GR: fuggi fuggi dopo il “no” all’ospedale di Samedan?

Keystone-SDA

A seguito della bocciatura al credito di quasi 51 milioni di franchi per salvare l'ospedale di Samedan, si fa largo l'ipotesi di disdette da parte del personale. Il direttore, Rolf Gilgen, ha confermato a Keystone-ATS che le richieste di attestati lavorativi sono aumentate.

(Keystone-ATS) “Il rischio che collaboratori e specialisti decidano di andarsene è reale”, ha dichiarato il direttore del secondo ospedale del Canton Grigioni senza celare un velo di preoccupazione. Su questo possibile scenario ha riferito oggi anche l’Engadiner Post. Ieri pomeriggio il personale è stato informato sul futuro della struttura sanitaria. Gran parte dei 500 impiegati erano presenti.

“Speriamo di poter trovare il maggior numero possibile di soluzioni alternative per i dipendenti dell’ospedale”, ha detto la presidente della Fondazione Sanitaria Alta Engadina (FSAE), Selina Nicolay, al termine dell’assemblea comunale di martedì a Bever.

Ieri in un comunicato la Fondazione ha assicurato che l’assistenza sanitaria durante la stagione invernale è garantita. In questo periodo dell’anno l’Alta Engadina, che normalmente conta quasi 17’000 abitanti, ospita fino a 100’000 persone.

Probabile taglio alle prestazioni

Secondo il CEO è probabile che ci sarà una diminuzione delle prestazioni, ma al momento non è ancora chiaro in quali settori. Appena saranno definiti i servizi, sarà anche possibile dire quanti collaboratori saranno necessari per portare avanti l’approvvigionamento sanitario in Alta Engadina e nelle regioni limitrofe. “Al momento si stanno elaborando delle soluzioni con la Clinica Gut e l’ospedale cantonale di Coira”, ha ricordato Gilgen. Quest’opzione era già stata ventilata alcune settimane fa, quando i vertici della FSAE avevano presentato il piano in caso di bocciatura. Dato che la Fondazione nella forma attuale non esisterà più, il personale delle case di riposo, dei servizi di assistenza e cura a domicilio (comunemente noti con l’acronimo tedesco Spitex) e del centro di consulenza verrebbe trasferito in un’altra organizzazione.

“Ci troviamo in modalità di crisi, ma dobbiamo guardare avanti”, ha affermato Gilgen. L’11 dicembre è prevista un’ulteriore informazione al personale sullo stato attuale della pianificazione e sulle prossime fasi. Il 14 dicembre seguirà poi il verdetto degli ultimi quattro Comuni dell’Alta Engadina.

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