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GR: processo a ex giudice per violenza sessuale, imputato nega

Keystone-SDA

Oggi è iniziato il processo a un ex magistrato del Tribunale amministrativo cantonale retico che deve rispondere di violenza carnale e coazione sessuale contro una ex praticante di 24 anni.

(Keystone-ATS) La vittima e l’accusato, che nega gli addebiti, hanno presentato la loro versione dei fatti. L’interesse per il processo è stato molto grande, tanto che l’udienza ha avuto luogo in una sala al secondo piano dell’edificio del Gran Consiglio. Oltre al pubblico erano presenti una dozzina di giornalisti per seguire il caso.

“Le immagini ancora davanti agli occhi”

La vittima è stata ascoltata per più di tre ore. Solo la corte, i legali e i giornalisti accreditati hanno potuto rimanere nella sala per sentire la sua versione dei fatti. La giudice ha chiesto alla giovane donna di ripercorrere il periodo del suo praticantato, iniziato nell’estate del 2021 e concluso alla fine di dicembre dello stesso anno. La vittima ha raccontato di essersi in un primo tempo rallegrata di lavorare al Tribunale amministrativo grigionese. Fino a settembre i ricordi sono positivi, poi sono iniziati i messaggi “a doppio senso”.

Messaggi che la stressavano e non la lasciavano dormire, perché a scriverli era il suo superiore. All’interno del Tribunale amministrativo la gerarchia è chiara, ha raccontato la vittima davanti alla corte. I giudici stanno in alto, i praticanti invece in basso. Più volte la donna ha ripetuto di voler essere gentile e fare bene il suo lavoro, dato che in futuro avrebbe voluto lavorare per il Canton Grigioni. L’intensità delle molestie verbali e anche sessuali è aumentata con il passare dei mesi, fino ad arrivare al 13 dicembre 2021.

Secondo l’atto d’accusa, quel giorno l’ex magistrato aggredisce sessualmente e violenta l’ex praticante nel suo ufficio. La vittima ha detto di avere ancora le immagini davanti agli occhi. Più volte ha cercato di allontanarlo, facendogli capire “inequivocabilmente” di non volere. Davanti alla corte ha raccontato di non riuscire a credere che l’accusato fosse la stessa persona che aveva conosciuto e per la quale nutriva grande rispetto.

“Si trattava di un flirt”

L’ex giudice 49enne ha fornito un’altra lettura dei fatti. Quando la corte lo ha confrontato con le accuse, l’imputato ha parlato di un “flirt”, di avances sia via messaggi che verbali, che a volte venivano anche dalla giovane donna. La praticante passava regolarmente da lui in ufficio per parlare del più e del meno. Prima del 13 dicembre ci sarebbero stati due contatti fisici. La corte ha chiesto all’ex giudice se ci potesse essere stato un malinteso la sera incriminata. L’uomo ha risposto che per lui era chiaro dall’inizio che l’ex praticante voleva le stesse cose, perché c’era consenso da parte sua. Non ha mai avuto l’impressione che la stagista lo stesse evitando o che “ci fosse qualcosa di sbagliato”.

L’uomo ha dichiarato di non aver sfruttato la sua posizione lavorativa per fare pressioni sulla praticante. Più volte ha ripetuto che stavano bene assieme, c’era simpatia e si trattava solo di un flirt.

L’imputato ha poi ammesso, scusandosi, di essere stato lui ad inviare una lettera di minacce alla vittima e al suo compagno. Invece di aspettare il processo, voleva farsi giustizia da solo. Nella lettera, l’ex giudice ha minacciato i due, dicendo che avrebbe fatto di tutto per assicurarsi che non superassero l’esame di abilitazione all’esercizio della professione nei Grigioni.

Il processo continuerà domani con gli interventi dell’accusa e della difesa dell’imputato. Al momento non è ancora chiaro quando verrà emessa la sentenza.

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