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Global Flotilla sotto attacco, colpite tre imbarcazioni

Keystone-SDA

Nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata improvvisamente attaccata dal cielo: droni, bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato hanno colpito le imbarcazioni.

(Keystone-ATS) Almeno una decina di attacchi, forse quindici, quelli sferrati con ogni probabilità da Israele. Nessun ferito, ma almeno due le imbarcazioni danneggiate: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua, uno dei sostegni dell’albero, e la Morgana, la cui randa – la vela principale – è ora fuori uso. Colpita anche la Taigete, ma dai video diffusi sui social non sembra aver subito danni.

Su Morgana, fra gli altri, sono imbarcati alcuni italiani e la portavoce per l’Italia della Flotilla, Maria Elena Delia, che sui social ha postato aggiornamenti per tutta la notte.

“Gli attacchi alle imbarcazioni della Flotilla – dichiara in un video – mettono a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo – prosegue – è di una gravità senza precedenti perché avviene in acque internazionali, nella più totale illegalità. Abbiamo già allertato chi di dovere, anche la Farnesina, e stiamo cercando di far sapere cosa avviene”.

Anche il ticinese Vanni Bianconi sui social ha riferito in diretta di sei barche della Global Sumud Flotilla colpite a partire dalle 23.30 da attacchi di droni con “sound bombs” che hanno in particolare danneggiato delle vele.

Le cinquantuno navi che compongono la Flotilla puntano a raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e “rompere il blocco israeliano”, dopo due tentativi bloccati da Israele a giugno e luglio. Attacchi contro la Flotilla erano stati registrati al largo di Tunisi il 9 settembre.

“Sono operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire”, dicono gli attivisti che rivendicano: “Non abbiamo armi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno, trasportiamo soltanto aiuti umanitari”.

Gli attacchi della notte scorsa sono soltanto l’ultimo capitolo del braccio di ferro con Israele: la Global Sumud Flotilla soltanto ieri ha respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia per “ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza” e il rischio di “possibili rappresaglie”.

“I precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli”, avvertono gli attivisti in un comunicato sui social. “La comunità internazionale – dicono ancora – non interpreti le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell’Onu è parte del genocidio in corso a Gaza”.

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