Giappone, sempre meno persone favorevoli a basi Usa

A 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale sempre meno giapponesi sono convinti della necessità di ospitare le basi militari statunitensi sul proprio territorio.
(Keystone-ATS) Lo rivela un sondaggio online condotto dalla rubrica settimanale “Be between” del quotidiano Asahi Shimbun.
Era il 2 settembre del 1945 quando il governo di Tokyo fu costretto a firmare la propria resa alle forza alleate a bordo della corazzata Uss Missouri. Dopo sette anni di occupazione militare, il Giappone è tornato formalmente uno Stato sovrano il 28 aprile 1952.
Il Paese allora completamente smilitarizzato siglò un trattato di sicurezza che prevedeva sul proprio territorio centinaia di migliaia di soldati americani. Oggi sull’intero arcipelago ci sono ancora circa 120 installazioni militari statunitensi, che – secondo il sito ufficiale delle Forze Usa in Giappone (Usfj), comprendono circa 60 mila militari tra Esercito, Marina, Aeronautica, Corpo dei Marines e Space Force, oltre a 35 mila familiari, 7.000 civili e contractor del dipartimento della Difesa e 25 mila lavoratori giapponesi.
Alla semplice domanda “Se una base militare americana venisse aperta vicino a casa tua, l’accetteresti?, rivela il sondaggio, su quasi 2.400 risposte valide, solo il 18% ha risposto affermativamente. L’82% si è detto contrario. Tra i motivi del rifiuto, al primo posto il rumore, seguito dai crimini commessi da militari americani e dalla paura di incidenti. Seguono il dubbio che gli Usa difenderebbero davvero il Giappone; il timore che la presenza di una base trasformi l’area in un obiettivo in caso di guerra; le preoccupazioni ambientali, e la convinzione che il potere militare non sia un deterrente.
Appena nel 2010, in un sondaggio simile, il 26% si era dichiarato favorevole. Il calo di 8 punti percentuali in 15 anni, secondo gli osservatori, riflette una crescente diffidenza. Lo studio ha anche interpellato le persone sulle proprie aspettative circa l’eventuale difesa del Paese da parte degli Stati Uniti. Solo il 5% ha risposto sì senza esitazioni. Il gruppo più numeroso, il 30%, ha detto no.
Il 27% dubita che Washington offrirebbe una difesa efficace, un altro 27% crede che l’impegno americano sarebbe minimo, e l’11% non sa cosa aspettarsi. Sebbene l’opinione pubblica giapponese resti divisa sulla necessità di mantenere il trattato di sicurezza tra Tokyo e Washington, segnala la ricerca, c’è un ampio consenso sull’eccessivo carico a cui è sottoposta la prefettura di Okinawa, l’isola a sud ovest dell’arcipelago.
Pur rappresentando solo lo 0,6% della superficie totale del Paese, infatti, Okinawa ospita oltre il 60% delle basi statunitensi presenti in Giappone. L’unico modo per riequilibrare questa situazione sarebbe trasferire alcune basi in altre aree del Paese, conclude l’indagine, ma la vera domanda è: quanti giapponesi sarebbero disposti ad accoglierle nel proprio distretto.