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Giappone: verso impegno ad aumentare importazioni di Gnl Usa

Keystone-SDA

Il premier giapponese Shigeru Ishiba si impegnerà a incrementare le importazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti in occasione de suo primo incontro faccia a faccia con il presidente Donald Trump a Washington, previsto nel fine settimana.

(Keystone-ATS) Lo anticipa l’agenzia di stampa nipponica Kyodo, che cita fonti governative, spiegando che l’eventuale apertura di Tokyo servirebbe a “venire incontro alle richieste dell’alleato Usa”, allineandosi ad incrementare la produzione di combustibili fossili, rafforzando al tempo stesso la sicurezza energetica del paese.

“È una delle opzioni per conquistare Trump, noto per favorire gli accordi bilaterali e mettere gli interessi degli Stati Uniti al primo posto”, precisa una fonte governativa.

Ishiba, che è diventato primo ministro lo scorso ottobre ed è alla guida di un governo di minoranza, spera di consolidare il trattato di sicurezza tra Giappone e Stati Uniti, costruendo al tempo stesso un rapporto personale con Trump, al pari del suo precedessore Shinzo Abe durante il primo mandato dell’ex magnate.

Il conflitto in Ucraina ha fatto impennare i prezzi dell’energia, danneggiando il Giappone che dipende in maggior misura dalle importazioni per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

Tuttavia, fanno notare gli analisti, sarà “difficile poter fissare un obiettivo specifico sulla questione delle forniture”, poiché i dettagli sui prezzi e su altre condizioni specifiche dovranno essere comunque elaborate in una fase successiva dalle aziende del settore privato.

Malgrado abbia partecipato alle sanzioni contro Mosca, il Giappone ha conservato un’importante partecipazione nel progetto energetico Sakhalin 2, a nordest dell’arcipelago, nell’Estremo Oriente russo, che garantisce un gas di alta qualità, dalla facile accessibilità e a buon mercato, a differenza di un eventuale approvvigionamento dagli Stati Uniti, che richiederebbe più di un mese per il trasporto in gigantesche navi cisterna.

Negli ultimi anni gli Usa sono diventati i principali esportatori di Gnl al mondo, malgrado il processo produttivo sia di gran lunga più costoso rispetto all’esportazione di gas naturale via pipeline, e rimane una pratica di produzione energetica molto controversa.

Dietro il boom della produzione americana, dicono gli analisti, restano infatti aperti gli interrogativi sull’impatto ambientale dell’estrazione del gas, ricavata in primo luogo con la tecnologia del fracking (la frantumazione idraulica delle rocce di scisto), che oltre a inquinare le falde acquifere, immette metano in atmosfera, aggravando l’effetto serra.

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