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GE: studenti frontalieri esclusi, famiglie passano al contrattacco

Keystone-SDA

Sta facendo discutere nel canton Ginevra l'annunciata interruzione della scolarizzazione per gli studenti frontalieri.

(Keystone-ATS) La vicenda prende ora una piega giuridica e politica: un collettivo, che riunisce circa 40 famiglie, ha infatti presentato due ricorsi e intende portare il dossier sui banchi del Gran consiglio.

La decisione di scolarizzare gli studenti presso il loro luogo di residenza risale al 2018, ma all’epoca fu accompagnata da una disposizione transitoria. Le autorità hanno quindi finora accettato nel sistema gli allievi provenienti da oltreconfine che avevano già iniziato il loro percorso formativo a Ginevra o che avevano un fratello o una sorella iscritti nelle scuole cantonali.

Il Consiglio di Stato ha però deciso a giugno di porre fine a questo regime transitorio, allineandosi così alla prassi di altri cantoni. A partire dall’anno scolastico 2026, gli studenti frontalieri (nell’85% dei casi si tratta di svizzeri) potranno rimanere solo fino alla fine del ciclo di insegnamento in corso. Secondo il Dipartimento dell’istruzione pubblica (DIP), ciò si tradurrà in un calo di 2000 alunni nel giro di quattro anni.

Ma il collettivo “Ecole pour Tous” non ci sta e ha depositato due appelli contro la misura presso la Camera costituzionale del Tribunale cantonale, ha dichiarato oggi alla stampa Anthony Lehmann, a nome del gruppo. Quest’ultimo denuncia un provvedimento brutale, ingiusto e contrario ai valori di Ginevra.

I ricorsi si concentrano in particolare sulla violazione del diritto all’istruzione di base, sulla natura sproporzionata della misura e sul mancato rispetto della separazione dei poteri. Viene contestata pure la legittimità dell’esclusione degli studenti frontalieri dal punto di vista della libera circolazione.

Un primo tentativo di costringere il cantone a fare marcia indietro sull’inasprimento dei requisiti di ammissione è fallito presso il Tribunale federale nel 2020. Il collettivo ha sottolineato oggi che questa nuova azione legale potrebbe non essere sufficiente e conta sulla mobilitazione politica per mettere all’angolo l’esecutivo.

Perciò ha recentemente inviato una motivazione dettagliata ai 100 membri del Parlamento ginevrino per ottenere il sostegno a una mozione socialista che potrebbe venire discussa la prossima settimana in seno al legislativo. Essa chiede che ai bambini già iscritti al sistema scolastico possa essere permesso di concludere gli studi.

“Vogliamo una clausola di salvaguardia affinché tutti gli studenti possano completare il loro intero percorso senza interruzioni”, ha insistito Arwen Conod, membro del collettivo. “Escludere l’1% degli allievi non alleggerirà il carico sulle scuole, ma sconvolgerà i percorsi di vita”, si è detta sicura.

Stando al DIP, con la novità Ginevra risparmierà 27 milioni di franchi. Il cantone giustifica questa decisione in particolare con la mancanza di posti negli istituti e con la pressione demografica. Al di là delle cifre, “Ecole pour Tous” teme un impatto umano devastante, con insuccessi scolastici e stress.

I bambini, radicati a Ginevra, perderanno in effetti amici e insegnanti e dovranno rinunciare alle loro attività extrascolastiche, ha avvertito il collettivo. Spesso costrette dalla crisi abitativa a trasferirsi dall’altro lato del confine, le famiglie frontaliere temono anche la stigmatizzazione, evidenziando l’ondata di odio online che ogni articolo sull’argomento provoca.

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