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GE: vietati simboli d’odio, no a diritti stranieri

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Gli aventi diritto di voto ginevrini hanno approvato con l’84,69% di “sì” la modifica costituzionale con cui viene vietata nel cantone l’esposizione in pubblico di emblemi o oggetti con simboli d’odio, come la svastica nazista.

Ad eccezione dell’UDC, tutti i partiti sostenevano questa norma che rientra nella lotta del Cantone contro la discriminazione e l’odio.

I votanti hanno invece respinto con il 60,89% di voti contrari un’iniziativa della sinistra “Una vita qui, una voce qui” che chiedeva di garantire a livello comunale e cantonale il diritto di voto e di eleggibilità per gli stranieri domiciliati che risiedono in Svizzera da almeno otto anni. Ciò in un cantone che conta oltre il 40% di stranieri. Il solo diritto di voto è attualmente già garantito a livello comunale. Finora, soltanto i cantoni di Neuchâtel e Giura concedono agli stranieri il diritto di voto, ma non di eleggibilità, a livello cantonale.

Altri due oggetti in votazione erano modifiche di legge già accettate dal Gran Consiglio e soggetti a referendum. Una riguardava l’abrogazione di una disposizione di legge che a certe condizioni garantisce il ricorso al suicidio assistito nelle case di cura e negli ospedali, affossata dal 75,56% dei votanti. Solo il Mouvement Citoyens Genevois (MCG) sosteneva la modifica della legge sulla salute, mentre l’UDC aveva dato libertà di voto. Il referendum era stato lanciato da Exit Svizzera Romanda.

L’altra concerneva le condizioni di lavoro negli asili nido privati, più precisamente una modifica di legge che consente a questi istituti di assumere personale e di pagare il salario minimo, mentre finora sono obbligati a rispettare un contratto collettivo di lavoro, lo statuto del personale di un Comune o la prassi in vigore nel settore, più favorevoli ai dipendenti.

La modifica di legge – voluta dalla destra con l’obiettivo di creare nuove strutture private grazie alla riduzione degli oneri – è stata bocciata con il 56,95% di voti contrari. Il referendum era stato lanciato dalla sinistra, dai sindacati e dalle associazioni professionali del settore.

L’affluenza alle urne è stata del 46,09%.

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